La corsa a sindaco di Palermo per il centrodestra parte venerdì prossimo 8 aprile. L’ultimatum dato da Salvini ai suoi adesso è stato recepito anche dagli altri componenti della coalizione. o si chiude entro quella data o si andrà in ordine sparso.
“Troppi solisti nel centrodestra per le amministrative di Palermo, con il rischio che questi siano anche dei soloni. Non è più tollerabile l’atteggiamento di chi prova la fuga sperando di trascinarsi dietro gli altri” dice Vincenzo Figuccia della Lega.
“Noi di Prima l’Italia avevamo fatto una proposta per costruire un’alleanza ampia e una coalizione su un unico candidato alla carica di sindaco di Palermo, ma ancora prevalgono divisioni che non fanno ben sperare. Il nostro senso di responsabilità è stato travisato e noi non ci stiamo più a questo gioco. L’amore per la Città viene prima dell’interesse personale” conclude Figuccia che parla come deputato di Prima l’Italia all’Assemblea regionale siciliana avendo lasciato la carica di coordinamento per candidarsi.
“Dopo una legittima riflessione e il non fare passi indietro da parte di nessuno, abbiamo deciso di scendere in campo anche noi” ha fatto sapere ieri sera Francesco Scoma, deputato della Lega, annunciando, così, la sua candidatura ufficiale per la corsa a sindaco di Palermo.
A fronte di questa situazione il candidato di Forza Italia Francesco Cascio resta in freezer in attesa. Agli amici che incontra racconta che la sua non è una pazienza infinita ma ha una scadenza precisa: o si trova la quadra entro giovedì o ritirerà la propria disponibilità. Insomma se non convergono i partiti della coalizione non ha intenzione di fare la corsa contro gli alleati.
L’ipotesi di queste ore è una convergenza proprio su Scoma a Palermo e su Croce a Messina che porterebbe a trovare la quadra anche sulla ricandidatura di Musumeci alla Regione che si porterebbe dietro ancora una volta Miccichè alla Presidenza dell’Ars.
le note stonate di questa ipotesi che rimetterebbe tutto a posto annullando mesi di scontri e liti, però, ci sono. si tratta di Roberto Lagalla che ormai non potrebbe tornare indietro rispetto alla sua candidatura e di Totò lentini che non ne avrebbe alcuna voglia