Dieci candidati a sindaco a destra, una quantità di candidati alle primarie a sinistra e una quantità sparsa di candidati diretti senza aver ascoltato gli interessati. E’ caos per la scelta del dopo orlando a Palermo.
Ma è al centro che si consuma lo scontro fra Italia Viva e i suoi presunti alleati dopo l’ufficializzazione della candidatura di Faraone.
Azzerare tutto
Azzerare tutto e ricominciare ma non dai nomi, dai programmi. Lo stop a tutto e a tutti non arriva dall’area sovranista del centrodestra ma dall’interno di Italia Viva. O quantomeno a fianco del partito di Renzi visto che a parlare è Edi Tamajo, deputato regionale ex Sicilia Futura ma ospitato nel gruppo dei renziani all’Ars e dato come in viaggio verso gli azzurri
Tamajo stoppa tutti
“Mentre a Roma (o alla Leopalda) si discute, la nostra Palermo viene espugnata come Sagunto” scrive nero su bianco il deputato regionale componente della IV commissione all’Ars. “Mentre la nostra città è sopraffatta dai debiti, straziata dalla vergogna delle centinaia di bare abbandonate, devastata da decine di cantieri infiniti, la politica sta dando uno spettacolo indegno in un momento gravissimo per la nostra città e per l’intero Paese”.
La ridda di candidati
“Decine di candidati in corsa per la poltrona di sindaco di Palermo, ogni partito o movimento auto-candida il proprio aspirante, e tutti i partiti “dell’arco costituzionale” mettono in scena assemblee invocando il tanto osannato cambiamento. Ma in realtà non riesco a comprendere di quale cambiamento stiamo parlando, visto che siamo tornati alla vecchia logica del manuale Cencelli, condotta che veniva utilizzata con il solo scopo di “alzare il prezzo“ cercando di ottenere qualche casella in più nello scacchiere politico”.
L’assenza di programmi e proposte
“Non ho ancora sentito “quasi nessuno” parlare di programmi, di proposte, di idee, di cultura, di ambiente, di servizi, di infrastrutture, di aziende partecipate, di cercare soluzioni valide per risolvere la vergogna in atto al cimitero dei Rotoli. La proposta che lancerò alla coalizione sarà quella di azzerare tutte le candidature fino ad ora avanzate e di ripartire da un programma per “Salvare Palermo”
Fuoco amico per Faraone
Per Davide Faraone sembra trattarsi di un vero e proprio ‘fuoco amico’ visto che l’intervento arriva all’indomani dell’ufficializzazione della sua candidatura e che viene da chi, quale che sia l’approdo politico finale di Tamajo, sta nell’alveo degli alleati più probabili e naturali.
Tamajo sembra ‘mister caos’
La risposta di Italia Viva è quasi violenta (verbalmente e politicamente parlando)“L’onorevole Tamajo è una sorta di ‘Mister caos’, un uomo in totale ed imbarazzante confusione. E lo è talmente tanto che quando interviene non si capisce a quale partito aderisca e in quale coalizione si collochi. Si firma in qualità di ‘deputato regionale di Sicilia Futura – Italia Viva prossimo candidato alle elezioni regionali nelle liste di Forza Italia’, ed è già tutto un programma” si legge in una nota i coordinatori di Italia Viva Palermo, Marcello Caruso, Giulia Noera e Tony Costumati.
Rompere schieramenti e coalizioni
E da Italia Viva sottolineano il dualismo di Sicilia Futura “Partecipa al tavolo della coalizione di centrodestra per la scelta del candidato a Sindaco con Lega e Fratelli d’Italia ma mantiene nell’amministrazione comunale di centrosinistra due suoi uomini, il presidente dell’Amat e il vice all’Amg. A che titolo fa appello ai candidati sindaci (di quale coalizione poi?) di fare un passo indietro? E poi, ciliegina sulla torta, ci resta male se Faraone non lo chiama per concordare la sua discesa in campo. Crediamo che se il Presidente dei senatori di Italia Viva avesse voluto ascoltare il parere di Tamajo sulla sua candidatura l’avrebbe certamente incontrato. Se non l’ha fatto, Mister caos dovrebbe darsi una risposta. Un risultato lo ha già centrato: la candidatura di Davide Faraone fa chiarezza”.
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