Nel giorno in cui si insedia il nuovo sindaco di Palermo Roberto Lagalla si appresta ad entrare nel vivo la corsa alla Regione siciliana. Passata la ‘sbornia‘ elettorale delle amministrative il fronte ‘No Nello’ tornerà ad incontrarsi riservatamente fra 8 giorni.
Non basta il centrodestra unito per vincere ma serve un candidato credibile. Ne sono sempre più convinti Forza Italia e Lega, almeno le fazioni dei due partiti che sono più vicine al coordinamento regionale dunque a Gianfranco Miccichè e Nino Minardo, secondo cui quel candidato ‘non è Nello Musumeci’.
Dopo le amministrative il fronte ‘No Nello’ esce rafforzato da Palermo a Messina. A Palermo Forza Italia è il primo partito della coalizione e anche se Fratelli d’Italia ha ottenuto un buon risultato non è riuscito il sorpasso. A Messina, invece, la Lega vince almeno per quell’area locale che si è spostata su Basile, candidato di Cateno De Luca mentre perde sul candidato di centrodestra Maurizio Croce il cui risultato a Messina è la cartina di tornasole di chi nel centrodestra è contrario proprio alla ricandidatura di Nello Musumeci.
Il leader della Lega Matteo Salvini, il leader di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè e il deputato regionale leghista Luca Sammartino ne hanno parlato in una conversazione a tre che sarà replicato, dicono i bene informati, martedì prossimo quando il risultato delle amministrative sarà acquisito in tutto il Paese e anche i ballottaggi avranna dato il loro responso
Tutti sono concordi sul no secco alla ricandidatura di Musumeci, che, intanto, venerdì ieri sera ha vissuto una esperienza per lui nuova incassando inattesi fischi sul palco di Taobuk. Il Presidente della regione, invitato sul palco di Taormina aveva iniziato il suo tradizionale discorso sulla Sicilia che cambia, sul turismo, sulla crescita, sulle cose fatte ma veniva interrotto a ripetizione dalle battute sarcastiche di Salvo Ficarra e Valentino Picone pronti a rintuzzare ogni affermazione ricordando le condizioni della Palermo – Catania, della circonvallazione di Palermo e ion generale delle strade di Sicilia strappando applausi e portando il pubblico, alla fine, a fischiare le ultime affermazioni del Presidente della Regione.
E dentro il centrodestra c’è chi sottolinea come questo sia un segnale che conferma le posizioni del fronte dei ‘No Nello’ mentre i sostenitori di Musumeci lo considerano solo un incidente, peraltro indotto dal sarcasmo dei due comici
Musumeci resta sostenuto dalla leader di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni ma il grande tema non sarà solo locale, solo siciliano. La trattativa vera comincerà dopo i ballottaggi che si terranno in due comuni siciliani ma soprattutto in molti altri importanti comuni a livello nazionale
E in quella trattativa la Sicilia sarà affiancata al Lazio. Salvini insiste perché si faccia il possibile per non spaccare il centrodestra. Ma per iniziare la trattativa vera e propria bisognerà attendere ancora una settimana abbondante per avviare il dialogo con Ignazio La Russa nel tentativo, dichiarato, di convincere FdI a mollare la presa su Musumeci.
Il leader del carroccio non abbandona, però, l’ipotesi di una candidatura del segretario regionale Nino Minardo ma in campo per sparigliare potrebbero essere calate le carte della candidatura dell’eurodeputato Raffaele Stancanelli o della parlamentare Carolina Varchi offerte invece di Musumeci purché Meloni e La Russa rinuncino al bis del governatore uscente. Ma qui entrano in campo proprio le scelte che saranno fatte nel Lazio. Se Meloni ottenesse quella regione cambierebbe tutto.
Ma è Cateno De Luca che spaventa negli ambienti di centrodestra. Lui corre da solo ed è già in campo e potrebbe rosicchiare molti voti soprattutto se non ci sarà un accordo davvero condiviso sul candidato di coalizione in campo. E lo spauracchio De Luca potrebbe essere usato anche dai detrattori di Musumeci fino all’estrema ratio con il rishcio che in tanti, scontenti, se non si troverà la quadra, possano alla fine votare per lui nel segreto dell’urna