La ‘battaglia’ di dichiarazioni e ‘programmi’ in vista delle elezioni regionali d’autunno negli ultimi giorni si è un po’ spenta. Nonostante la ‘benedizione’ di Giorgia Meloni, nei confronti di Musumeci, della corsa alla Presidenza si tornerà a parlare con più vigore dopo le amministrative del 12 giugno. Ma quello che è definibile il fronte No-Nello continua a lavorare, anche se a fari spenti, in attesa dei risultati di quello che viene considerato il banco di prova, nonché una data importantissima per il centrodestra siciliano che faticosamente è riuscito a trovare un accordo per Palermo.
Chi può essere l’alternativa a Musumeci?
Ma chi può essere l’alternativa a Nello Musumeci? L’argomento pare sia stato al centro di due incontri, quelli del leader della Lega, Matteo Salvini, a distanza di poche ore uno dall’altro, con Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo. Il doppio ‘vertice’, tenutosi il 16 maggio, è servito, da un lato a rafforzare l’accordo con Forza Italia sul no alla Presidenza bis di Musumeci, dall’altro per chiarire la natura dei rapporti con gli Autonomisti.
Dagli incontri sarebbe venuto fuori qualche nome.
I nomi
Come si legge su La Sicilia di oggi, il primo nome venuto fuori sarebbe stato quello di Nino Minardo. Salvini, in sintesi, penserebbe che “se ci sono le condizioni, e lui vuole farlo, la partita è chiusa”. Minardo, segretario regionale della Lega, ultimamente ha mostrato un basso profilo nella trincea anti-Musumeci. Ma Salvini ha smentito le voci di un accordo dello stesso con Ruggero Razza. La Lega ha più volte ribadito che “sulla Sicilia decidono i siciliani”. Ci sono anche altre ipotesi e altri nomi. Il meloniano Raffaele Stancanelli, solo per fare un esempio, gode di una certa stima nel centrodestra siciliano, e Salvini lo sa bene. Ma Stancanelli si è sempre tenuto alla larga dalla disputa sul successore di Musumeci.
Il sogno di Miccichè
C’è poi il sogno di Miccichè, speranzoso in un accordo last minute che rompa gli schemi. Il presidente dell’Ars ha ribadito a Salvini la necessità di trovare “un candidato moderato che possa mettere in difficoltà il centrosinistra”. Con una avvertenza: “Io sono certo che la Meloni ha in testa di rompere”. Miccichè non rinuncia poi a pensare a un nome che possa stuzzicare la fantasia di Pd e centristi, così come dei “pochi grillini che ragionano”. Insomma, un nome che metta tutti, o comunque il maggior numero possibile di esponenti politici, d’accordo. Per Miccichè, inoltre, “la formula del candidato moderato è vincente, anche in uno schema di centrodestra, con o senza la Meloni”.
Due nomi al femminile e l’idea di Lombardo
In ogni caso e in ogni modo, un nome, prima o poi, va fatto. Miccichè ha a cuore due donne: si tratta di Barbara Cittadini e Patrizia Monterosso. Raffaele Lombardo, dal canto suo, pensa al suo ex assessore Massimo Russo, anche se non lo nomina mai esplicitamente ed anche a Caterina Chinnici, anche lei ex assessore nel governo Lombardo.
La nuova suggestione: Emiliano Abramo
Ma, come si legge sempre su La Sicilia, da due settimane a questa parte un’idea-‘battuta’ solletica questa parte della coalizione: candidare a Presidente della Regione un nome che sia gradito al capo dei vescovi.
Non potrebbe che trattarsi di Emiliano Abramo: poco più che quarantenne, è il leader catanese della Comunità di Sant’Egidio, dalla quale proviene anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, appena nominato da Papa Francesco. Emiliano Abramo all’Ars è conosciuto bene: è stato infatti consulente gratuito per la redazione della legge anti-povertà votata all’unanimità. Amico del deputato regionale Nicola D’Agostino, Abramo è tra gli ispiratori, dentro “Demos”, Democrazia Solidale, del trionfo del medico lampedusano Pietro Bartolo alle Europee.
Il suo nome circolò anche cinque anni fa quando si cercava il candidato presidente per il dopo Crocetta.
Su Abramo adesso starebbero ragionando i leader del centrodestra: l’idea non ha ancora avuto un immediato beneplacito ma neppure un netto rifiuto. Certo, un candidato benvisto anche a sinistra sarebbe la scelta ottimale per acquisire i voti degli indecisi.
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