La corsa alla regione non smette di essere un percorso ad ostacoli. Volano stracci da destra a sinistra nelle coalizioni anche se si tenta di stemperare i toni. La crisi di governo nazionale sembra aver tolto il tappo e tutte le tensioni, sia quelle già chiare ma ancora parzialmente contenute nei toni, che a quelle latenti.
Musumeci riflette su dimissioni per elezioni anticipate
A destra il tema resta la scelta della data delle elezioni. Sembra superata l’interpretazione della legge in base alla quale sarebbero rimaste 48 ore al presidente della regione per dimettersi e far coincidere le elezioni regionali con le politiche del 25 settembre. Si fa strada, invece, una seconda interpretazione di legge in base alla quale si potrebbe arrivare fino alla fine della prima settimana di agosto per decidere ma presentando le dimissioni e decretando la nuova consultazione elettorale nella medesima giornata oppure a stretto giro, in ulteriori 24 o 48 ore.
Nessuna decisione almeno fino a domani sera
Musumeci ne sta parlando con gli alleati ma resta il nodo delle scelte nazionali. se non ci sarà, prima, il vertice romano convocato per domani martedì 26 luglio, il suo partito, Fratelli d’Italia, non sembra intenzionato a fare alcuna scelta né in un senso né nell’altro.
Giunta riunita a Catania
Questa mattina il governatore ha riunito la giunta a Catania “In giunta abbiamo 33 punti all’ordine del giorno, ma nessuna comunicazione politica del tipo che pensate voi…” ha detto il vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao, ai giornalisti.
Musumeci conferma ipotesi allo studio e tempi
“Sto incontrando i segretari regionali dei partiti della coalizione di centrodestra sul tema dell’accorpamento della data delle elezioni nazionali e regionali. Ancora qualche giorno di riflessione e poi prenderò la mia decisione” ha detto, alla fine, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, confermando la seconda interpretazione di legge alla quale si sta lavorando
A sinistra Primarie saranno rispettate?
A sinistra il segretario pd Barbagallo tenta di spegnere le polemiche e ricompattare il fronte intorno a Caterina Chinnici. Non chiamiamolo campo largo o progressista ma anti Musumeci, dice e tenta la strada dell’allargamento ai riformisti ovvero Italia Viva e Azione e alla sinistra come Rifondazione. Ma il primo problema lo ha in casa con i 5 stelle che non intendono andare avanti e prima non si chiarirà la posizione fra gialli e rossi a Roma.
Faraone “Non rispetteranno il ruolo della Chinnici”
“Non si può dire a Roma i Cinque Stelle no perché hanno fatto andare per aria un governo repubblicano come quello di Draghi e poi mantenere le primarie e sostenere comunque che ci sia un’alleanza con quelli che hanno mandato per aria Draghi. E’ un po’ come per il rigassificatore, non si può dire a Roma sì e poi organizzare comitati del no nei territori dove il rigassificatore viene impiantato. Io credo che in questa campagna elettorale bisogna dimostrare coerenza” ha detto Davide Faraone, capogruppo in Senato per IV, intervenuto a 24 Mattino su Radio 24, anche per commentare l’esito delle primarie in Sicilia.
“Servirà linearità, quella che manca per esempio a destra se si pensa che Forza Italia e Lega vogliono portare in Consiglio la donna che per 18 mesi gli ha detto che hanno sbagliato a sostenere il governo Draghi, anche questa è incredibile. Chi sosterremo? Intanto capiremo quello che accadrà in queste ore. Io non sono convinto che alla fine l’esito delle primarie siciliane verrà rispettato perché Conte ha dichiarato che quello che si fa a Roma si fa a Palermo quindi se si dovesse essere coerenti con queste parole probabilmente il M5s dovrà uscire fuori dalle alleanze. Anche il fatto che intanto si stia ragionando di tenere una data unica per le elezioni regionali e nazionali impone dei ragionamenti che siano legati a quello che succederà a Roma. Aspetterei qualche giorno per una risposta definitiva sull’alleanza con i 5S”.
A due mesi dalle elezioni il panorama sembra più confuso di quanto non fosse prima della crisi
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