Il tour elettorale di Cateno De Luca fa tappa a Palermo. L’ex sindaco di Messina continua il suo viaggio all’interno del territorio siciliano, per presentare il simbolo della sua prima lista denominata “Sicilia Vera“. Una rosa di nomi che De Luca annuncia di voler completare entro giugno. Il candidato alla presidenza della Regione ha annunciato anche la possibilità di una creazione di una seconda lista, che darà la possibilità di candidarsi ai fuoriusciti dai partiti, ma non i deputati regionali uscenti.
“Musumeci? Mio migliore avversario”
Cateno De Luca parte dall’immediato presente, ovvero dalla conferenza stampa convocata dall’ormai ex assessore Roberto Lagalla. “Ho preso atto del pacco che ci ha tirato il ‘pacchista’ Musumeci, che sapendo della contemporaneità della conferenza stampa ne ha organizzato un’altra. Fa parte del personaggio. Al di là di questo il riscontro avuto fin qui è tanto è ci stiamo preparando per la manifestazione del 30 di aprile al teatro Golden di Palermo che consentirà la presentazione del primo 50% circa dei candidati per i collegi di Palermo, Trapani ed Agrigento”.
Un presidente della Regione che l’ex sindaco di Messina continua ironicamente a sponsorizzare. “Musumeci? Poco fa sono passato da Palazzo dei Normanni perché sto cercando di calmierare le faide che ci sono in corso nei suoi confronti. La banda bassotti litiga e ha già decretato Musumeci non deve essere più ricandidato perché non ha mantenuto gli impegni che aveva preso nei confronti della cutra che aveva preso con tutta la banda bassotti. Io sono passato perché il mio miglior avversario è Musumeci. Quindi vi sembrerà strano ma dico ‘stai sereno Nello che faccio di tutto per farti ricandidare’.
Sulle amministrative a Palermo
Durante la sua visita nel capoluogo siciliano, Cateno De Luca lancia frecciate a quella che ritiene “vecchia politica”, non lesinando critiche sul marasma delle elezioni amministrative a Palermo. “Liti tra partiti per sindaco? Uno spettacolo indecoroso, anche perché qui siamo con personaggi in cerca d’autore che probabilmente non hanno nemmeno amministrato un condomino e a vederli candidati a sindaco mi viene l’orticaria. È un’offerta alla categoria. Poi è ovvio che siamo di fronte alla strategia di bassa cucina, perché intanto mi propongo a candidato, poi mi date qualche assessorato”.
Scenari che, secondo l’ex sindaco di Messina, non sono nuovi. “D’altronde questo si è verificato anche cinque anni fa, quando si sono proposti a presidente della regione il buon Armao ‘Meravigliao’ che poi non si è mai candidato, non ha un voto eppure è quello che condiziona tutti gli equilibri di questa terra. Probabilmente avrà amici altolocati o non si sa in quale santuario, ma noi lo sappiamo. Lui era candidato a presidente, gli hanno offerto la vicepresidenza e si è ritirato. Ma anche ‘Robertino’ Lagalla non scherza, era un altro candidato alla presidenza, poi hanno trovato la poltrona giusta per il suo sedere e si è ritirato. Questo è tutto ciò che i siciliani non condividono e creano sempre più distacco dalla politica. Siamo di fronte a ‘perecottari’ che scendono in campo perché poi cercano una piccola fetta della gestione della mangiatoia”.
Il “no” ai partiti tradizionali e l’attacco ad Armao
Un “no” secco quello del candidato alla presidenza della Regione verso i partiti tradizionali. “La cupola politica è sempre quella, ‘i pupari’. Io ho detto ‘no’ all’offerta che mi è stata fatta di accettare la vicepresidenza della regione con delega al bilancio, ecco perché Armao è incazzato con me. E perché hanno deciso che lui rimarrà disoccupato, o meglio si occuperà delle parcelle milionarie di cui si occupa principalmente. Questo mio rifiuto li sta facendo impazzire, perché per la prima volta c’è un uomo che rifiuta di mangiare la mela del peccato e questo ha fatto saltare tutte le previsioni. Io vado avanti, Sicilia Vera si sta organizzando a fare le liste. I sondaggi, per quel che valgono ci danno terzi. Mi proporranno a luglio di fare il candidato del centrodestra per salvarsi la pelle e risponderemo con una grande pernacchia”.
Su Miccichè: “Suonato politicamente”
Critiche rivolte anche nei confronti del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, in questo momento oggetto di una faida interna a Forza Italia. “Stiamo parlando di gente contaminata da una gestione parassitaria, con una visione baronale della politica. Miccichè mi sta simpatico, in base all’orario riesco anche a parlarci. Al di là di questo però, parliamo di una persona alla soglia dei settanta anni suonati. Non mi riferisco all’età, ma al fatto che è suonato politicamente. Quindi non capisco di cosa dobbiamo parlare”.
La crisi degli enti locali
Tema caldo della politica palermitana riguarda l’accordo Stato-Comune sul piano di riequilibrio. Una carenza di risorse che l’ex sindaco di Messina giustifica così. “I Comuni devono ringraziare i palazzi regionali. Ciò perchè il fondo delle Autonomie Locali, fino a quando c’ero io nel 2012, poteva vantare risorse per una cifra di 1,2 miliardi di euro. Ora è stato ridotto a circa 400 milioni. Se il Parlamento siciliano continua ad utilizzare come un bancomat tale fondi, significa che qui si continuano a fare porcherie, che costringono i Comuni ad aumentare le imposte. Quindi chi paga sono sempre i cittadini”.
Cateno De Luca lancia poi la sua ricetta per risollevare i Comuni. “Se si continuerà con questi scippi, tutti i bilanci dei Comuni continueranno a saltare. La soluzione c’è. Intanto, fare una norma che stabilisca l’intangibilità dei trasferimenti agli enti locali. Così se Palazzo d’Orleans o Palazzo dei Normanni spendono più di quello che hanno, non possono saccheggiare i trasferimenti alle Amministrazioni locali. Devono ridurre i costi. Questo principio è fondamentale e vale anche per il cosiddetto pizzo legalizzato che viene fatto pagare alle imprese e ai territori. Serve poi una norma che decentri la gestione. Non è possibile ad esempio che per avere una concessione demaniale per un lido bisogna fare dieci viaggi all’assessorato Territorio ed Ambiente, mettere 100 euro magari in qualche busta o farsi accompagnare da qualche deputato che ormai si limita a fare il faccendiere”.
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