Nella corsa alla Regione Cateno De Luca dice no. Dice no al centrodestra e dice no al centrosinistra e invita la stampa a non accostarlo ai due schieramenti politici.
“C’è un dato che emerge dal voto delle amministrative di Messina e che va tenuto presente in vista delle elezioni regionali, ovvero la mia presenza in campo non distoglie preferenze dal centrodestra. È un dato che deve far riflettere oggi soprattutto il centrosinistra che accoglie la mia candidatura alla presidenza della Regione con ottimismo pensando che questo possa in qualche modo avvantaggiarli” dice il leader di Sicilia Vera e candidato alla presidenza della Regione Siciliana Cateno De Luca che negli ultimi giorni ha fondato un nuovo partito insieme con l’ex iena Dino Giarruso e con la iena forse attuale Ismaele Lavardera.
“I dati – spiega – dicono che rispetto al voto del 2018 il Movimento 5 stelle ha registrato il 57% in meno di preferenze, il centrosinistra il -48% mentre pressoché inalterato invece risulta il dato del centrodestra che continua a rappresentare il sistema di potere”.
Così de Luca, nonostante ai tavoli del centrodestra si parli spesso di lui, vuole prendere le distanze. “È un dato che conferma che Cateno De Luca innanzitutto non è accostabile al centrodestra e inviterei anche una volta per tutte la stampa a smettere di catalogarmi come candidato di destra o centrodestra quando parla di me”.
Ne a destra ne a sinistra dunque, ma pronto a raccogliere tutto quel consenso che filtra via dai 5 stelle e dal centrosinistra, ma anche i delusi che non si riconoscono più nel centrodestra. L’occasione per questa riflessione è stato un incontro a Messina che aveva il sapore di una vera e propria lezione di strategia politica, nel quale ha illustrato i dati che hanno determinato la vittoria di Federico Basile al primo turno, dal suo punto di vista
“C’è un dato innanzitutto, ha affermato De Luca, che intendo evidenziare per smontare una volta per tutte l’alibi che chi ha perso ha tentato di costruire, ovvero l’affluenza alle urne dei messinesi. Non è vero che la città non è andata a votare. Il 55,64% dei messinesi si è recato alle urne e questo è un dato più alto rispetto a quello dell’affluenza in altre città metropolitane. Il secondo dato sul quale voglio soffermarmi è quello della percentuale di voti ottenuti da Basile nelle varie circoscrizioni. Federico Basile, ha affermato De Luca, ha ottenuto oltre il 40% di preferenze in quasi tutte le circoscrizioni, tranne la quarta in cui è arrivato poco sopra il 39%, smentendo con i fatti, dunque, la tesi secondo la quale sarebbe stato votato solo da una parte della città. Non è così”.
A Messina è accaduto che i partiti sono stati puniti dalla città anche per l’atteggiamento di ostilità che in questi tre anni e mezzo di governo hanno avuto nei miei confronti. Messina ha premiato la mia azione di governo e ha saputo cogliere in Federico Basile l’uomo in grado di proseguirla. Il risultato di Messina è diventato leggenda. Ho trasformato le elezioni amministrative in elezioni regionali a turno unico. Avevo bisogno, ha concluso De Luca, che questa elezione fosse una grande lezione per tutti i soloni della politica. Mi pare, ha aggiunto, che possano prendere appunti”.