Arriva il rinvio a giudizio per i 10 imputati nell’indagine “Giano Bifronte” che ha messo in luce una serie di presunti episodi corruttivi al Comune di Palermo, legati ad alcune speculazioni edilizie nell’area industriale.
Come riporta il Giornale di Sicilia, il gup Ermelinda Marfia ha rinviato a giudizio i dieci imputati del procedimento.
La prima udienza si svolgerà l’11 gennaio 2021, davanti alla terza sezione del tribunale del Capoluogo. Tra gli imputati l’ex dirigente Mario Li Castri, i suoi colleghi architetti Giuseppe Monteleone, pure lui dirigente comunale, l’architetto Fabio Seminerio, ex socio di Li Castri in uno studio di progettazione privato e Giovanna D’Attardi, libera professionista e moglie di Monteleone. A processo anche il costruttore Giovanni Lupo, titolare della Biocasa, l’impresa interessata alle speculazioni edilizie su tre ex aree industriali di Palermo, l’ex Keller e due stabilimenti di San Lorenzo e via Messina Marine. A processo pure gli ex consiglieri comunali Giovanni Lo Cascio (Pd), già presidente della commissione urbanistica dell’assemblea di Sala delle Lapidi e Sandro Terrani, consigliere di Italia viva. Nel procedimento anche il nome di Francesco La Corte, dirigente della Biocasa e l’ingegnere Agostino Minnuto, oltre alla stessa Biocasa come persona giuridica.
Le dichiarazioni del collaboratore di mafia Filippo Bisconti, uno degli uomini più in vista di Cosa Nostra, sono al centro dell’inchiesta per corruzione al Comune di Palermo. Bisconti, imprenditore edile, ritenuto capo del mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, zona che da un anno è segnata da una scia di fatti di sangue, fu arrestato dai carabinieri per associazione mafiosa il 4 dicembre 2018 nell’inchiesta Cupola 2.0. Il boss, oggi collaboratore di giustizia ha raccontato agli inquirenti circostanze e dinamiche interne agli uffici tecnici comunali, riferendo in particolare gli interessi coltivati per anni dai dirigenti comunali Li Castri e Monteleone e dall’architetto Fabio Seminerio. E sarebbe stato proprio quest’ultimo a rivelare a Bisconti i suoi interessi sull’edificazione di una ex zona industriale.