“Il personale del Corpo Forestale della Regione Siciliana, sia tecnico che di polizia giudiziaria, da sempre confuso con gli operai stagionali, subisce un affronto (e non solo dall’esterno)”.
Lo affermano il Segretario Generale della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo, e il Coordinatore regionale, Franco Campagna, i quali aggiungono: “al netto di qualche scoppiettante ed annunciato (quanto inutile) proclama, riguardo il nuovo concorso di agenti forestali, il presunto riordino del Corpo e per ultimo l’acquisto di mezzi nuovi antincendio “25 milioni per il rinnovo del parco automezzi della Forestale” per il quale sarebbe interessante leggere il modello operativo di impiego e le risorse normative, nulla si dice in merito alle risorse umane messe in campo.
Ci riferiamo in particolare al personale di ruolo, al quale, seppur ridotto all’osso, è demandato l’espletamento dei controlli nelle aree boschive e nelle riserve naturali e sugli incendi boschivi. E’ quello che si occupa del coordinamento legato agli interventi aerei.
Nulla si dice anche – sottolineano Agliozzo e Campagna – in riferimento ai mezzi in dotazione ai distaccamenti forestali sparsi sull’isola, i quali hanno più di dieci anni di attività e per di più la manutenzione è legata a logiche sbagliate di appalti. Il risultato? Sono pericolosi per l’incolumità degli agenti. Per non parlare dei cosiddetti DOS (Direttore di spegnimento incendio boschivo), unica figura nella Regione Siciliana, alle prese con un gravoso onere. Basti pensare che debbono essere in contatto con i mezzi aerei, il personale di terra e sala operativa e a volte in contemporanea.
Oggi questa struttura si avvale di meno di 500 unità in divisa (ed a fine anno saranno ancor meno), con una percentuale consistente impiegata in uffici dislocati nell’ambito del territorio regionale, mentre quella più operativa nei distaccamenti. Le competenze di questo personale si sono decuplicate: sezioni di polizia giudiziaria, che operano nelle Procure ormai ridotte per carenza di personale, e attività di tutela del territorio, il cui lavoro ha prodotto numerose denunce per abusivismo edilizio e parecchie operazioni a salvaguardia della fauna e dell’ambiente. Per inquadrare meglio il contesto, con numeri e proporzioni alla mano, emerge che la Sardegna si avvale di circa 1.300 guardie forestali, disponendo di un territorio quasi quanto il nostro.
In particolare, alcune provincie siciliane, come Messina, Trapani e Ragusa, non hanno più una dotazione sufficiente di personale da adibire alle funzioni di DOS o semplicemente per assicurare, attraverso la vigilanza del territorio, una prevenzione adeguata del fenomeno degli incendi. La situazione, inoltre, è resa più grave dagli innumerevoli servizi di vigilanza e ordine pubblico, effettuati su richiesta di vari soggetti istituzionali: Questure, Prefetture, Presidente della Regione e cosi via.
In merito, nelle provincie con carenza di personale, sembra che l’Assessore al Territorio, in sinergia con il dirigente generale del Corpo Forestale, sia intenzionato ad impiegare unità, con funzioni di P.G, provenienti da altre realtà, in trasferta con le stesse modalità per il servizio di Pantelleria, con l’obbligo di casermaggio. Tutto ciò senza strutture adeguate e in contrasto con il Contratto regionale che prevede per il trattamento in trasferta il rimborso della spesa sostenuta per il pernottamento in un albergo fino a quattro stelle.
Per i doveri dei lavoratori si applicano le norme statali e senza esitazioni, mentre i diritti si discutono e si ostacolano. E’ ora di finirla, basta ledere i diritti dei lavoratori, sono loro che giornalmente rischiano la vita, non dimentichiamolo. Con i 25 milioni di euro, quanti agenti si sarebbero potuti assumere? Se non si fanno le opere di prevenzione entro maggio (normale cura e manutenzione dei boschi e realizzazione dei viali parafuoco), è inutile sprecare tutto poi sulla repressione: tutti i soldi spesi vanno in fumo. Le guardie forestali e il personale tecnico non ci stanno e sono pronti – annunciano Agliozzo e Campagna – a manifestare il loro malumore.
Vogliono rinforzi, concorsi e giovani leve: l’ambiente ha bisogno di personale motivato, chi è in servizio lo è e lo grida, ma i sordi non mancano. La politica pensa ad altro, mentre sul territorio questi uomini in divisa rischiano la pelle per proteggere la nostra incolumità. Questo si dimentica spesso o non viene adeguatamente riconosciuto: macchine vetuste, mancanza di strumenti operativi, quale lo SDI che è indispensabile per gli operatori di polizia, abbigliamento ormai consunto, e molto altro.
Rivendicano diritti e dignità – concludono Agliozzo e Campana – in poche parole vogliono il rispetto da chi avrebbe l’obbligo di ascoltarli e tutelarli. Si rischia l’implosione: dai mancati adeguamenti legittimi ai pensionamenti in atto, alla legiferazione assurda. Questo personale in divisa resterebbe attivo sino ai 67 anni, di contro altri vanno in pensione a 50 anni e forse meno. Un miscuglio di invenzioni, per interessi di qualcuno che da questo Corpo ha ottenuto vantaggi sulla pelle degli appartenenti, degli operatori tecnici e di polizia del Corpo Forestale della Regione”.