Un minuto di silenzio oggi alle 12 negli ospedali siciliani. Una protesta organizzata dalla Fials Sicilia per commemorare le vittime del coronavirus e protestare contro la carenza di dispositivi di protezione a tutela del personale.
Sandro Idonea, segretario regionale della Fials, spiega che “il minuto di silenzio sul posto di lavoro, osservato da tutti gli iscritti Fials della Sicilia, ha un duplice significato. Primo, sottolineare l’impegno di vita degli operatori sanitari, sempre più frequentemente, vittime incolpevoli della terribile pandemia che ha colpito il Paese. Secondo, sollecitare una maggiore attenzione delle Istituzioni proprio nei confronti dei dipendenti del sistema sanitario regionale”.
Idonea, facendo appello alla sensibilità del governo regionale, ricorda che “Fials Sicilia ha proposto e sollecitato un pacchetto di misure ed iniziative che ritiene indispensabili per le categorie interessate, quali la fornitura di presidi idonei e in quantità e qualità sufficiente ad affrontare l’assistenza ai ricoverati, atteso che siamo stanchi di assistere, impotenti, al grido di dolore dei nostri rappresentati per la mancanza o insufficienza dei mezzi di protezione. Messa a disposizione dei soggetti impegnati nell’assistenza, di alloggi di servizio, specie in caso di sospetto contagio, al fine di evitare che l’infezione possa estendersi ai famigliari. Misure concrete di riconoscimento, economico e morale, dell’impegno del personale del sistema sanitario regionale come l’assegnazione dei fondi di cui all’art 1 del decreto legge 17.03.2020 n 18, con direttive uniformi a tutte le Aziende, sui criteri di erogazione. Non si può accettare, infatti, che in Lombardia si discuta sul metodo di corresponsione e sull’ integrazione delle predette risorse da parte della Regione e, di contro, in Sicilia, tutto taccia. E ancora, direttiva a tutti i direttori generali, finalizzata al riconoscimento dell’indennità di malattie infettive al personale impegnato nella lotta al Covid -19 e assegnazione delle risorse, non spese, del c.d. “fondino”, a disposizione dei Direttori Generali, ai lavoratori che stanno rischiando la vita per assistere gli ammalati. A tal riguardo, non si capisce a cosa possa servire il Fondo incentivi, se non a premiare chi sta in prima linea”.
A sostegno delle legittime richieste di Fials, conclude Idonea, “riteniamo doveroso sottolineare che c’è una parte del Paese, costretta a restare a casa, che riceve il giusto riconoscimento e sostegno dello Stato, mentre, la restante parte, costituita dal personale sanitario, a tutt’oggi, è costretta a lavorare fino ed oltre il limite della tolleranza umana, senza ricevere, almeno, un riconoscimento economico tangibile”.
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