“In un contesto come quello attuale del Mezzogiorno, caratterizzato oltre che dal blocco sostanziale delle attività commerciali, a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, anche da un grave gap infrastrutturale e da percentuali di disoccupazione ben più alte di quelle nazionali oltre che da una elevata percentuale di lavoro sommerso, il pagamento alle imprese, da parte della Pubblica amministrazione, dei debiti da questa contratti per forniture di beni e servizi, diviene una misura irrinunciabile, soprattutto se si considera la necessità per le imprese di reperire liquidità utile al rilancio delle attività produttive, la difficoltà di ricorrere al credito bancario e l’incertezza sui tempi utili per attingere alla gran mole di risorse promesse dal governo e che tante perplessità ha creato sulla loro natura di prestiti piuttosto che di effettivo sostegno al reddito e ai bilanci d’impresa”. Lo dichiara Saverio Romano, Presidente osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes.
Prosegue Romano: “Alcuni dati: al Sud la quota di Comuni che pagano i debiti alle imprese oltre i 60 giorni e’ del 20% e si riferisce all’11,8% dei pagamenti. I maggiori ritardi nei pagamenti si registrano in Calabria (49 giorni), Sicilia e Campania (44 giorni), ma si tratta di medie, con casi di ritardo nei pagamenti che superano i 120 giorni. Sono numeri che confermano, in peggio, il dato del nostro Paese che è al primo posto tra quelli dell’Unione che pagano in forte ritardo i debiti della P.A nei confronti degli imprenditori che forniscono agli enti locali ed agli uffici pubblici servizi e beni e ciò in violazione della direttiva Ue 7 del 2011 che impone nelle transazioni commerciali tra la pubblica amministrazione e le imprese private termini di pagamento non superiori a trenta o sessanta giorni”.
“Altra misura – prosegue il presidente dell’Osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes, che risulterebbe decisiva per moltissime piccole e medie imprese del Sud, è quella della compensazione tra debiti fiscali e contributivi delle imprese e i crediti nei confronti degli enti pubblici. Una iniziativa che, oltre a produrre grossi benefici sui bilanci assumerebbe un grande significato di giustizia sociale”.
“In questa prospettiva – conclude Romano – è auspicabile un’intesa tra le Regioni, i Comuni, le categorie produttive e le banche per accordi che garantiscano risposte e procedure utili a ottimizzare i tempi che sono quelli di una emergenza nell’emergenza, restituendo fiducia e speranze ad un sistema produttivo del Sud che rischia di chiudere i battenti”.
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