Restano invariate le condizioni della paziente ricoverata nel reparto di Malattie Infettive del Presidio Cervello, proveniente da Bergamo, risultata positiva ai test per coronavirus. La donna di 61 anni non ha più febbre ed in buone condizioni generali. Lo rende noto lo staff dell’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo che ha in cura la paziente.
Intanto non si placano le polemiche relative alle dichiarazioni del presidente della Regione di ieri. “I turisti provenienti dalle zone gialle farebbero meglio a rimandare di qualche settimana il loro arrivo in Sicilia“, ha detto in seguito alla notizia del contagio da coronavirus scoperto a Catania.
Questa mattina il Governatore siciliano ha affidato a Facebook un altro sfogo lamentando controlli sanitari “assenti e lacunosi” sui passeggeri in arrivo in aeroporti, porti e Stretto di Messina. “Eppure – aggiunge Musumeci -, qualche idiota specula sul mio invito alla prudenza rivolto ieri ai cittadini delle zone “gialle” a grave rischio di contagio a rimandare di qualche settimana la loro venuta in Sicilia, per la latitanza di misure preventive del governo centrale”.
Intanto si moltiplicano gli appelli delle associazioni di categoria, che annunciano gravi ripercussioni dell’allarme coronavirus sulla già fragile economia siciliana. “L’allarme provocato dai contagi di coronavirus a Palermo rischia di avere conseguenze pesantissime sull’economia e sulle aziende – dice Mario Attinasi, presidente di Assoimpresa -: il 40% delle prenotazioni alberghiere sono state annullate e gli incassi dei pubblici esercizi, come bar e ristoranti, hanno subito un calo del 50%”.
Attinasi torna sulle dichiarazioni di Musumeci relativo ai turisti provenienti dai luoghi considerati focolaio dell’influenza. “Le infelici dichiarazioni di alcuni esponenti politici rischiano di peggiorare una situazione che appare già compromessa – continua Attinasi -. Il timore del coronavirus ha provocato un’ondata di paura incontrollata che colpisce pesantemente il settore turistico, uno dei pilastri su cui si basa l’economia cittadina, e mette a rischio centinaia di posti di lavoro. Le imprese chiedono alle istituzioni non solo di contrastare il diffondersi del virus, ma anche di invertire la rotta: l’immagine dell’Italia come di un ‘Paese pericoloso’ fa male a tutti”.
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