Una parte dei militari dell’Esercito in servizio in Sicilia sarà da venerdì 20 marzo impiegata nelle pattuglie di vigilanza urbana e nei punti di arrivo dei passeggeri.
Lo ha assicurato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in un colloquio con il presidente della Regione Nello Musumeci.
Il governatore dell’Isola aveva avanzato ieri un’ulteriore richiesta formale, in tal senso, al capo del Viminale, allarmato dalla crescita del tasso di contagio che da alcuni giorni si registra in Sicilia.
Musumeci, dopo aver richiesto pubblicamente varie volte l’intervento dell’esercito, aveva formalizzato la richiesta in una nota inviata al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, vista la “perdurante diffusa inosservanza delle norme di prevenzione della diffusione del Covid-19”.
Il governatore, nella lettera inviata al responsabile del Viminale, ha sottolineato come l’Isola sia “una Regione dove il tasso di crescita dei soggetti positivi al contagio, in questo momento, si rivela superiore a quello della media nazionale”.
Musumeci aveva chiesto, quindi, di “valutare la necessità di impartire disposizioni affinché sia potenziato il numero delle pattuglie delle Forze dell’Ordine”, ricorrendo, ove ritenuto necessario, anche ai “militari dell’Esercito impegnati in Sicilia nell’operazione Strade sicure”.
E proprio oggi oltre 40 sindaci del Palermitano avevano indirizzato una lettera all’Anci Sicilia e allo stesso Musumeci proprio per chiedere l’uso delle esercito e tampone per tutti.
I sindaci del Palermitano chiedono misure ancora più stringenti per la salvaguardia della salute dei propri concittadini al fine di contrastare la temuta epidemia del Covid-19. In particolare, i primi cittadini si sono fatti promotori di una maxi campagna di screening attraverso l’esecuzione di tamponi orofaringei, su una consistente fetta di popolazione al fine di poter isolare possibili portatori asintoatici del virus, anche alla luce delle nuove indicazioni fornite in merito dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
“Chiediamo più tamponi per le persone più esposte come vigili urbani, operatori ecologici, cassieri, farmacisti e medico – dice il sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, tra i promotori dell’iniziativa dei 43 sindaci -. Tutte persone potenzialmente vettori del coronavirus“. I sindaci contestano l’attuale sistema che prevede l’esecuzione del tampone solo ai pazienti che presentano sintomi paragonabili a quelli del coronavirus. “I tamponi – prosegue il primo cittadino di Cerda – devono essere fatti anche agli asintomatici”.
In questo tipo di intervento potrebbe essere utile, secondo quanto sostenuto nella lettera dei sindaci, coinvolgere l’Istituto Zooprofilattico e laboratori di analisi accreditati dal Sistema Sanitario Regionale. “In ogni paese c’è almeno un laboratorio analisi e si potrebbe accorciare la filiera delle analisi”.
In ultima analisi i 43 primi cittadini hanno chiesto un maggiore controllo da parte delle forze delll’ordine “vista l’insufficienza numerica sia delle forze di polizia locali che delle Forze di Polizia a competenza generale”, di legge sul documento con il quale è stato richiesto anche l’intervento dell’Esercito Italiano.
(foto repertorio)