I sindacati diffidano le amministrazioni siciliane che non hanno ancora avviato lo smart working o il lavoro agile per i propri dipendenti. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uilpa annunciano l’avvio di azioni giudiziarie nei confronti di quelle che non stanno tutelando i lavoratori dal rischio del contagio del coronavirus.
“Non ci sono più alibi né scuse per giustificare quei dirigenti che ancora non hanno provveduto ad attivare le misure di sicurezza che garantiscano la salute dei lavoratori e, quindi, la salute pubblica: lo ha detto più volte la ministra della P.A. Fabiana Dadone e lo ha, di nuovo, messo nero su bianco oggi il governo regionale con una circolare dell’assessore alla Funzione pubblica Bernardette Grasso; quindi, se si tarderà ancora ad agire, ci rivolgeremo alla magistratura“. i segretari generali regionali Gaetano Agliozzo, Paolo Montera, Enzo Tango e Alfonso Farruggia.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno firmato una nota di diffida indirizzata a tutte le pubbliche amministrazioni della Sicilia, dalle sedi dei ministeri alle agenzie fiscali agli enti previdenziali, passando per la Regione, che oggi ha diramato attraverso l’Assessorato per la Funzione pubblica alcune precisazioni sull’applicazione dell’articolo 87 del “Cura Italia” sul lavoro agile. “Chiediamo da giorni l’applicazione della disposizione e non siamo più disposti ad aspettare”, proseguono i sindacalisti, sottolineando quanto sia grave che “persino la ministra Dadone si sia ritrovata anche oggi a dover denunciare il fatto di ricevere ancora troppe segnalazioni di amministrazioni che si rifiutano di dare seguito alla norma con la quale è stato disposto chiaramente che lo smartworking deve diventare l’ordinarietà”.
Secondo i sindacati in Sicilia si riscontrano ancora tanti ritardi o, nei casi peggiori, l’assenza totale di provvedimenti. “Servono azioni immediate – è il contenuto della diffida delle organizzazioni sindacali siciliane – per individuare il personale da assegnare a servizi indifferibili e collocare immediatamente gli altri lavoratori in forme di lavoro agile da svolgere presso il proprio domicilio. Se non si procederà in tempi brevi in questa direzione – si legge ancora – le amministrazioni inadempienti saranno ritenute responsabili dell’eventuale danno alla salute pubblica, con conseguenti azioni in sede amministrativa e giudiziaria”.
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