L’ex consigliere provinciale di Palermo, Salvo Coppolino, oggi vicino a Fratelli d’Italia e collaboratore ARS, ha categoricamente smentito la paternità di un post offensivo apparso sul suo profilo social contro la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. “Non ho mai scritto quel post osceno, lo smentisco categoricamente”, ha dichiarato Coppolino all’Adnkronos. “Mi hanno hackerato il profilo, e non è la prima volta che succede. È già accaduto altre due volte”.
L’ex consigliere: “Faccio politica basandomi sulle sentenze dei giudici”
Coppolino ha sottolineato la sua estraneità ai contenuti offensivi, affermando: “Io non ho mai scritto una cosa del genere. In questo momento faccio politica, basandomi sulle sentenze dei giudici, non mi permetterei mai di scrivere una cosa del genere”. L’ex consigliere ha spiegato di essere venuto a conoscenza del post a seguito di alcune telefonate ricevute, provvedendo immediatamente alla sua rimozione. Inoltre, ha modificato le impostazioni di privacy del suo profilo e sta valutando la possibilità di sporgere denuncia alla Polizia Postale.
Il post contro Schlein, poi cancellato
Il post offensivo contro Elly Schlein, apparso sul profilo di Coppolino, è stato prontamente cancellato dallo stesso ex politico dopo essere stato informato della sua pubblicazione. Il contenuto del messaggio non è stato riportato esplicitamente da Coppolino né dalle fonti giornalistiche.
Musumeci: “Condanno fermamente le parole, solidarietà a Schlein”
Il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, è intervenuto sulla vicenda esprimendo la sua solidarietà a Elly Schlein e condannando fermamente le parole apparse sul profilo di Coppolino. “Leggo basito le parole pubblicate sul profilo di Salvo Coppolino, dalle quali l’interessato ha preso le distanze”, ha dichiarato Musumeci. “A prescindere dalla loro reale paternità, sono frasi che condanno fermamente, esprimendo la mia solidarietà alla segretaria Elly Schlein”. Il Ministro ha inoltre auspicato una “uguale sensibilità” da parte della sinistra quando analoghi attacchi vengono rivolti ad altri.
Violazioni informatiche a ministeri e aziende, confessa l’hacker siciliano
Carmelo Miano, un giovane di quasi 24 anni originario di Sciacca, residente a Gela e domiciliato a Roma, ha confessato di aver violato i server del Ministero della Giustizia. L’arresto è stato eseguito a seguito di un’indagine condotta dalla Procura di Napoli, coordinata dai sostituti procuratori Claudio Orazio Onorati, Mariasofia Cozza e Vincenzo Piscitelli, coordinatore del pool reati informatici. Miano è accusato di accesso abusivo aggravato a sistemi informatici e diffusione di malware e software, reati commessi in concorso con persone ancora non identificate.
Disponibilità alla collaborazione
Assistito dall’avvocato Gioacchino Genchi, Miano si è dichiarato disposto a collaborare con gli inquirenti. Pur ammettendo di aver consultato le email di diversi magistrati a Napoli, Roma, Gela e Brescia, nega di aver causato danni ai sistemi informatici violati. La difesa ha richiesto la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia per competenza territoriale e ha chiesto la sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari. L’avvocato Genchi ha elogiato l’operato degli inquirenti napoletani, sottolineando al contempo la vulnerabilità dei sistemi informatici violati dal giovane hacker.
Obiettivi di alto profilo
L’attività illecita di Miano non si è limitata al Ministero della Giustizia. L’hacker ha preso di mira anche importanti realtà come Tim, Telespazio e la Guardia di Finanza, destando serie preoccupazioni in merito alla sicurezza informatica nazionale. Le violazioni non sono state semplici intrusioni, ma attacchi mirati e strategici che dimostrano un elevato livello di competenza tecnica.
Le indagini
Le indagini, condotte dal pool reati cibernetici della Procura di Napoli e coordinate dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, hanno rivelato l’ampiezza delle operazioni di Miano. L’accusa di diffusione di malware e software, aggravata dal concorso con ignoti, sottolinea la gravità delle azioni e la necessità di un approccio coordinato nella lotta alla criminalità informatica. La capacità dimostrata da Miano di eludere le misure di sicurezza ha messo in luce la necessità di aggiornare e potenziare le difese informatiche delle istituzioni italiane
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