Proclamato lo stato di agitazione a livello regionale dei circa mille dipendenti di Coop Sicilia. Decisione arrivata dopo la chiusura con esito negativo dell’esame congiunto con la società, sulla procedura di licenziamento collettivo avviata per 287 esuberi in Sicilia. Nello specifico 113 dipendenti sono a rischio licenziamento e gli altri dovrebbero essere messi in mobilità.
Lo comunica la Uiltucs Sicilia guidata da Marianna Flauto che spiega che “nei prossimi giorni saranno date comunicazione in merito alle eventuali iniziative che saranno programmate”.
La società non ha accettato la proposta della Uiltucs che ha auspicato l’accesso alla mobilità su base volontaria e incentivata e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che possano abbassare il costo del lavoro nelle more che la società avvii il percorso di sviluppo dichiarato attraverso l’apertura di sei nuovi punti vendita nel territorio di Palermo, Catania e Messina e di una disponibilità a regolamentare la flessibilità attraverso un accordo cornice da declinare nei vari punti vendita con i sindacati.
“A questo punto – spiega la Uiltucs – era evidente che la prima fase, quella sindacale, si chiudesse con esito negativo. Il prossimo appuntamento sarà quello in sede istituzionale presso l’assessorato al Lavoro così come previsto dalla legge”.
Le proposte avanzate dai sindacati sono state tutte ritenute da Coop Sicilia non esaustive per risolvere complessivamente le criticità legate all’elevato costo del lavoro per il quale, come già noto, si richiedono interventi atti a recuperare una parte dei 10 milioni di euro necessari per definire il piano industriale che avrebbero intenzione di avviare nel triennio 2017/2019, conseguenziale alla fusione a far data dal 1° gennaio 2018 con Alleanza 3.0.