Una bandiera arcobaleno sventola sulla facciata di palazzo delle Aquile. Lo ha deciso il sindaco, di Palermo accogliendo la proposta venuta da diverse associazioni a livello nazionale, in concomitanza con il “Congresso delle Famiglie” in corso di svolgimento a Verona. Un simbolo, ma qualcosa di più, la testimonianza di un impegno a fronte del livello di scontro che si è creato attorno a questo evento e rispetto agli estremismi di posizioni venuti anche e sopratutto da chi gravita attorno all’organizzazione dell’iniziativa che di sicuro, almeno finora, non ha avuto certo il merito di unire ma di dividere.
“La bandiera arcobaleno – ha detto il sindaco – è ormai universalmente riconosciuta come il simbolo dei diritti. Non dei diritti specifici di qualcuno, ma dei diritti, quelli umani universali ed inalienabili cui ciascuno e ciascuna può e deve aspirare. Così come il tricolore rappresenta per noi i valori costituzionali della solidarietà, dell’uguaglianza, del dialogo e della collaborazione, la bandiera arcobaleno è uno dei simboli di Palermo, che vogliamo sia sempre più la capitale dei diritti di tutti e di tutte, di tutti i bambini e di tutte le bambine, di tutte le famiglie, di tutti gli uomini e le donne, di tutti coloro che nascono o scelgono di vivere a Palermo”.
Un’iniziativa quella di Verona che è diventata terreno di contrapposizioni e rinfocolamenti su diritti acquisiti o su battaglie ancora non completamente vinte.
Al netto di contrapposizioni ed estremismi a difendere la manifestazione di Verona anche dalla Sicilia c’è Sandro Mangano, attivista per i diritti omosessuali e fresco di nomina coordinatore del dipartimento Diritti Civili di #DiventeràBellissima, il movimento che fa capo al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Mangano è a Verona per testimoniare la sua opinione.
A lui BlogSicilia ha chiesto conto della sua posizione che può apparire ‘singolare’ rispetto a quanto sta accadendo a Verona, visto i suoi trascorsi e le sue battaglie sul fronte del riconoscimento dei diritti per gli omosessuali.
Mangano dice la sua partendo proprio dalla difesa del diritto della libertà di espressione: “Io credo che la libertà di espressione deve essere data a tutti nel rispetto dell’altro. Tutelare e schierarsi a favore di una famiglia tradizionale oggi lo si contrappone al riconoscimento dell’amore di una coppia di omosessuali. Io questo non lo accetto e non credo che siano cose da contrapporre. Invece tutto sta ruotando su questo. Io poi dico ci possono essere posizioni estreme, anche non condivisibili, ma a maggior ragione si deve incentivare il dialogo e la possibilità di esprimersi. Io mi sto recando a Verona per testimoniare il rispetto per la famiglia tradizionale ma anche per la liberà di espressione”.
Insomma per Mangano ‘Sì’ alla famiglia: “una famiglia che accoglie e non discrimina; che tutela i figli e i loro orientamenti, che li guida a essere persone migliori. Di questo l’Italia ha davvero bisogno”.
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