Palermo

Contributo integrazione affitto, pratiche bloccate perchè mancano soldi

Il Comune di Palermo non ha i soldi in bilancio per pagare tutti i 200 beneficiari dei contributi diretti per gli affitti previsti con i fondi Pon Metro. Sono interventi rivolti ai poveri che non riesco a pagare gli affitti e rischiano lo sfratto.

Comunicazione ufficiale del Comune

Dopo settimane di silenzio è apparso sul sito del Comune un avviso con il quale si avverte i beneficiari che le pratiche che sono state accettate e favorevolmente valutate, ai servizi sociali e agli sportelli territoriali del servizio agenzia per l’inclusione Sociale del Comune di Palermo e dei Comuni di cintura (Monreale, Villabate, Altofonte, Santa Cristina Gela, Piana degli Albanesi, Ficarazzi e Belmonte Mezzagno) saranno pagate.

Ritardi e rassicurazioni

“L’erogazione delle somme ha purtroppo subito un ritardo per problemi tecnico amministrativi che sono già in fase di risoluzione – si legge nell’avviso – e che tale ritardo non pregiudica in alcun modo la copertura finanziaria delle pratiche lavorate per le quali non vi è rischio di decadenza o di perdita del beneficio”. Per 56 beneficiari i soldi, circa 153 mila euro, saranno erogati per gli altri 150 occorrerà attendere una variazione di bilancio per rimpinguare il capitolo. Per pagare le pratiche servono 450 mila euro.

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Cosa è il Contributo integrazione all’affitto

Contributo integrazione all’affitto è un contributo preordinato alla concessione di un sostegno economico in favore di coloro che si trovino in condizioni economiche svantaggiate, per il sostegno all’accesso delle abitazioni in locazione. Sono legittimati a presentare la domanda tutti quei soggetti e nuclei familiari:

– avere, unitamente al proprio nucleo familiare, i requisiti previsti dalla normativa regionale vigente per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica (in caso di trasferimento in altro Comune, il requisito della residenza va posseduto con riferimento al periodo coperto dal contributo);

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– essere titolari, per l’anno di riferimento, di un contratto di locazione per uso abitativo, regolarmente registrato; – presentare certificazione dalla quale risultino valore ISEE, valore ISE e incidenza del canone annuo, al netto degli oneri accessori, sul valore ISE, calcolati ai sensi del D.Lgs. n.109/98 e successive modifiche ed integrazioni, rientranti entro i valori stabiliti dalla Regione Siciliana con apposito decreto;

– Il reddito da assumere a riferimento è quello risultante dalla dichiarazione dei redditi presentata nell’anno di riferimento e l’ammontare del canone, va rilevato dal contratto di locazione;

– Contratto di locazione di unità immobiliari ad uso abitativo di proprietà pubblica o privata (con esclusione di quelli aventi categoria catastale A/1, A/8 e A/9; di quelli locati esclusivamente per usi turistici) e di alloggi di edilizia economica e popolari il cui contratto di locazione sia ancora in corso con gli enti gestori di settore debitamente registrato. I contratti di locazione non possono essere stati stipulati tra parenti e affini entro il 1° grado o tra coniugi non separati legalmente (in caso contrario allegare provvedimento di separazione o di divorzio del Tribunale) e ciò a pena di esclusione dal beneficio.

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