Occhi puntati su Palermo per la protesta della sanità privata: i lavoratori del settore hanno il contratto scaduto da più di 14 anni e Aiop e Aris, le due associazioni che raggruppano i datori di lavoro, ancora ostacolano la sottoscrizione definitiva del rinnovo. Per questo, le federazioni regionali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno organizzato questa mattina un sit in di protesta davanti alla Casa di Cura Candela di via Villareale a Palermo, dove Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop è presidente del Consiglio di amministrazione.
“Vogliamo che il messaggio arrivi forte e chiaro. In particolare, l’atteggiamento di Aiop è intollerabile – dicono i segretari generali regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Paolo Montera, Gaetano Agliozzo ed Enzo Tango -. Dopo aver siglato la preintesa lo scorso 10 giugno, vogliono ancora che i lavoratori vivano in un limbo, con un contratto scaduto da più di 14 anni, quindi privi delle garanzie e delle tutele che spettano invece ai loro colleghi del settore pubblico”.
Nel nuovo contratto sono stati previsti aumenti mensili medi per 154 euro a partire dalla mensilità di luglio e una una-tantum di 1000 euro erogata in due tranche per ricompensare i 14 anni di lavoro senza rinnovo del contratto; è stato ridefinito il sistema di classificazione e delle progressioni orizzontali e sono stati ampliati, tra le altre cose, i diritti e le tutele in materia di permessi retribuiti e non retribuiti, ferie, malattia, maternità e il diritto alla formazione.
“Durante l’emergenza sanitaria Covid-19 la sanità privata e gli operatori del 118 hanno lottato in prima linea contro il coronavirus al pari dei colleghi di quella pubblica. E hanno dimostrato di essere fondamentali per la tenuta dell’intero sistema sanitario nazionale. Non si può più giocare con la dignità questi lavoratori – concludono Montera, Agliozzo e Tango -, è ora di dare loro un segnale chiaro. Invitiamo, quindi, Aiop e Aris a presentarsi al tavolo entro la scadenza prevista e sottoscrivere definitivamente il nuovo contratto o andremo avanti a oltranza con le manifestazioni di protesta”.
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