“Benvenuti a casa!” La Fondazione CON IL SUD promuove un’iniziativa sperimentale per contrastare la povertà abitativa nelle regioni meridionali. L’Iniziativa Housing Sociale è rivolta alle organizzazioni del Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia con l’obiettivo di sostenere progetti “esemplari” che puntino a diminuire il disagio abitativo sul territorio: interventi fino a 600 mila euro di contributo e della durata di 36-48 mesi capaci di sviluppare soluzioni abitative temporanee, attivando meccanismi in grado di consentire ai beneficiari di mantenere nel tempo una propria autonomia.
L’Iniziativa è pubblicata su www.fondazioneconilsud.it, scade il 13 luglio 2018 e mette complessivamente a disposizione 4 milioni di euro.
Povertà abitativa e povertà economica sono profondamente connesse. La disponibilità di una casa di qualità rappresenta uno dei pilastri su cui costruire la qualità della vita dell’individuo e la sua inclusione nella società.
Nel 2016, in Italia, 1 milione e 619 mila famiglie si trovavano in condizione di povertà assoluta (6,3%) e 2 milioni 734 mila in povertà relativa (10,6%). Queste percentuali aumentano nelle regioni meridionali, dove le famiglie in povertà assoluta rappresentano l’8,5% del totale e quelle in povertà relativa raggiungono il 19,7%.
Per chi si trova in queste condizioni, diventa molto difficile permettersi un alloggio dignitoso. Nonostante l’elevata percentuale di proprietari di casa (71,9% delle famiglie1), il disagio abitativo risulta drammaticamente attuale. La ripresa dell’economia, che sta trainando anche il settore edilizio, non coinvolge tutti i cittadini perché i prezzi delle case crescono più velocemente di quanto non facciano i redditi. Le spese abitative rappresentano la voce di uscita più consistente nei bilanci familiari dei cittadini europei: in Italia il 24% del reddito disponibile lordo, una quota superiore alla media OCSE, pari al 20%. L’11,3% della popolazione europea risulta sovraccaricata dai costi abitativi, percentuale che sale al 39,3% per chi si trova a rischio povertà. L’aumento dei costi abitativi colpisce in particolare i soggetti più vulnerabili, come i giovani, i disoccupati e i lavoratori con bassi salari, gli immigrati, i genitori single, le persone con disabilità fisica e intellettiva, gli anziani che vivono in alloggi non adatti alle esigenze della vecchiaia.
La serietà dell’emergenza abitativa è dimostrata anche dall’aumento del numero dei ‘senza tetto’, tra cui si registra un nuovo e sensibile aumento dei giovani e delle famiglie con bambini. Sono in aumento le richieste di alloggi a canone ridotto, con liste di attesa municipali che contano circa 650 mila persone.
“Abbiamo voluto utilizzare l’espressione ‘Benvenuti a casa’ proprio perché quest’ultima rappresenta l’inizio di un percorso di uscita da drammatiche condizione di povertà e di esclusione sociale – sottolinea Carlo Borgomeo presidente della Fondazione CON IL SUD. La casa dovrebbe essere una sicurezza per tutti, ma sappiamo che purtroppo non è così per molti. L’approccio che proponiamo – continua Borgomeo – è appunto quello di un percorso di solidarietà che aiuti le persone e le famiglie che vivono situazioni di disagio sociale a riacquistare fiducia e autonomia di reddito, in una logica di comunità, coinvolgendo non solo la sfera abitativa ma anche quella economica, sociale, urbana e di riqualificazione del territorio”.
Gli interventi dovranno essere in grado di attivare anche percorsi di accompagnamento e di sostegno all’autonomia socio-economica delle persone accolte, garantendo, alla fine del percorso di presa in carico, l’individuazione di un alloggio stabile per i destinatari, anche attraverso la promozione di meccanismi di intermediazione immobiliare sociale.
Inoltre, i progetti dovranno privilegiare almeno una delle seguenti azioni:sperimentare processi di scambio e supporto reciproco attraverso meccanismi di solidarietà sociale tra i destinatari coinvolti e con la comunità locale (supporto nella gestione dei figli, portierato sociale, condominio solidale, ecc.); prevedere esperienze di coabitazione e cohousing; riqualificare quartieri o zone a rischio degrado o contribuire a contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni; preveder e interventi in grado di valorizzare il patrimonio immobiliare inutilizzato.
I beneficiari – che saranno chiamati a compartecipare, in base alla propria condizione economica, alla gestione o copertura dei costi di affitto dell’abitazione – potranno essere sia persone in uscita da percorsi di recupero e accoglienza (ex tossicodipendenti, ex detenuti, neomaggiorenni, ecc.), sia soggetti che, a causa di fattori contingenti, vivono condizioni di vulnerabilità socio-economica (nuclei familiari fragili, genitori separati, anziani, disoccupati, senza fissa dimora, ecc.).