Bruno Contrada, ex numero due del Sisde nei cui confronti la Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni per concorso in associazione mafiosa, agirà in giudizio chiedendo la riparazione dell’errore giudiziario subito. Lo ha annunciato il suo legale, l’avvocato Stefano Giordano, nel corso di una conferenza stampa convocata a pochi giorni dall’ultima perquisizione subita dall’ex funzionario di polizia e ordinata dalla procura generale di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio dell’agente Nino Agostino, ucciso nel 1989.
“Non volevamo farlo – ha spiegato Giordano – ma ora abbiamo deciso di andare avanti. Non chiederemo dunque la riparazione del danno sofferto per l’ingiusta detenzione ma quello subito per l’espiazione dell’intera pena visto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha sostenuto che il processo al mio assistito era illegittimo e non doveva neppure essere iniziato. Stiamo parlando dunque di un risarcimento milionario”. Sarà la corte d’appello di Palermo a pronunciarsi sulla richiesta di Contrada.
“Presenteremo un nuovo ricorso davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per denunciare l’illegittimità di una normativa come quella italiana che consente che persone non indagate subiscano perquisizioni e siano intercettate. C’è una palese violazione degli articoli 6 e 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo”. Lo ha annunciato l’avvocato Stefano Giordano, legale dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada.
Il 29 giugno, pur non essendo indagato nel procedimento per omicidio a carico dei boss Madonia e Scotto, Contrada ha subito una perquisizione domiciliare.
A disporla è stata la procura generale di Palermo che ha avocato l’inchiesta sull’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso con la moglie ad agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.
Contrada è stato condannato a 10 anni per concorso in associazione mafiosa ed ha scontato la pena, ma per la Corte di Strasburgo il processo era illegittimo. L’anno scorso la Cassazione ha revocato la sentenza, quindi l’ex poliziotto al momento è incensurato ed è stato anche annullato il decreto di destituzione emesso a suo carico dalla polizia.
“Qualcuno non ha digerito la sentenza Cedu e sta agendo contro i lui con atti invasivi. – ha commentato Giordano riferendosi alla perquisizione della scorsa settimana e a quelle subite un anno fa da Contrada e disposte dai pm di Reggio Calabria – Siamo in presenza di atti che hanno un’oggettiva consistenza persecutoria. A 87 anni un uomo ha il diritto di essere lasciato in pace. E se si pensa che sia colpevole di omicidio lo si dica chiaramente”.