La sentenza

Consiglio di Stato, “Se non firmi la domanda di concorso non puoi essere esclusa”

I giudici del consiglio di Stato hanno accolto il ricorso di una concorrente ad un concorso che aveva presentato tutti i documenti, ma si era dimenticata di sottoscrivere la domanda caricata in upload. La partecipante al concorso assistita dall’avvocato Santi Delia ha contestato la scelta dell’amministrazione secondo cui la domanda priva di sottoscrizione era da considerarsi non presentata e da qui l’esclusione. Il Tar Lazio aveva confermato la scelta dell’ente pubblico e confermata l’esclusione.

La sentenza

“La richiesta – si legge nelle sentenza di primo gradi – sottoscrizione serviva a ricondurre al candidato la paternità di quanto dichiarato nella domanda, vincolando il dichiarante alle informazioni rese”. Il Consiglio di Stato, ha accolto l’appello affermando che “l’eventuale carenza della sottoscrizione della domanda si ritiene sanabile, ferma restando la riconducibilità al concorrente che escluda l’incertezza assoluta sulla provenienza”.

Specificava, inoltre, che i bandi di concorso non possono, in maniera netta, escludere a priori l’istituto del soccorso istruttorio. Una tale clausola “non sarebbe proporzionata se interpretata nel senso che la carenza in questione comporta l’automatica esclusione dal concorso senza consentire di potere integrare la domanda”.

Vince il concorso alla Regione dopo il ricorso, “Quelle domande non erano chiare”

Vince il concorso per il potenziamento dei centri per l’impiego grazie ad un parere del Cga. Mesi addietro, una candidata di Favara (Ag) è rimasta fuori dal concorso per 0,05 punti. Ha ottenuto 20,55 punti anziché 21 nella prova per l’assunzione a tempo determinato per 334 posti per il profilo specialista in mercato e servizi per il lavoro.

Così assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe ha presentato ricorso straordinario al presidente della Regione Siciliana. La candidata lamentava che tre quesiti nel questionario non fossero stati formulati in modo corretto. I legali hanno dimostrato la non corretta stesura e valutazione delle tre domande che avrebbero permesso il superamento del concorso.

Il Cga in sede consultiva ha rilevato che i quesiti oggetto di contestazione, dovevano ritenersi formulati in maniera ambigua e poco chiara e che le censure sollevate dalla ricorrente non potevano che considerarsi fondate, con conseguente accoglimento del ricorso e inserimento della candidata tra i vincitori del concorso.

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