Momenti di follia in Consiglio Comunale. Se Roberto Lagalla ieri ha rimandato al mittente le accuse che parlavano di quartieri della città in versione Bronx, oggi il sindaco dovrà amettere che l’aula che vede protagonista la sua maggioranza si è praticamente trasformata in un far west. Seduta di fuoco a Palazzo Comitini, dove oggi gli esponenti dell’organo amministrativo della città si sono riuniti per analizzare le delibere all’ordine del giorno. Una seduta lampo chiuso dopo poco di mezzora, a causa della dura lite fra il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo e il vicepresidente del Consiglio Giuseppe Mancuso. Nervoso, in particolare, l’esponente meloniano che, di fronte ad un mancato intervento d’aula concesso, è salito sui banchi del governo della città, inveendo contro il collega di coalizione.

Nervi tesi già dall’apertura

Giuseppe Milazzo salta sui tavoli del Consiglio

Una mission impossible già a partire dal numero di presenti. Tante le assenze in una maggioranza che fatica a trovare in aula un asse stabile per portare avanti gli atti dell’Amministrazione. Il numero ha traballato fin dai primi minuti di seduta. Alcuni presenti non erano convinti dei conti fatti dal segretario d’aula Maria Mandalà. Fra questi il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo, apparso nervoso fin dai primi minuti di seduta. Critiche alle quali l’esponente della presidenza ha risposto in maniera piccata, perdendo il suo classico aplomb da arbitro d’aula.”Sono un dirigente del Comune, non una responsabile di un asilo nido”.

Ma il peggio doveva ancora arrivare. Una volta aperti i lavori, lo stesso Giuseppe Milazzo ha chiesto di poter parlare al presidente in pectore Giuseppe Mancuso. L’esponente di Lavoriamo Per Palermo ha deciso invece di convocare i capigruppo al tavolo della presidenza per decidere il da farsi. Fatto che ha mandato su tutte le furie lo stesso Milazzo che prima ha inviato contro il collega di maggioranza e poi è letteralmente saltato sui banchi della Giunta prima e della presidenza poi. Una scena quasi irreale, condita del tanto scippo del microfono allo stesso Mancuso, il quale non ha potuto far altro che chiudere la seduta. Immagini davvero difficili da commentare. Chissà cosa dirà il sindaco. Di fronte ad un tale rodeo western, ci si aspetterà una reaizone immediata e decisa.

La dura nota delle opposizioni

Duro il commento delle opposizioni. I quattordici consiglieri di minoranza, in una nota congiunta auspicano l’intervento delle istituzioni comunali. “Chiediamo l’intervento del sindaco e del Prefetto di Palermo perché venga garantito il corretto funzionamento del Consiglio Comunale, interrotto oggi per uno scontro senza precedenti tra i consiglieri di maggioranza. Chiediamo anche la convocazione immediata del Consiglio alla presenza del Sindaco, perché chiarisca se è ancora in grado di proseguire nell’espletamento del proprio mandato, considerato che, di fatto, non ha più una coalizione che lo sostiene”.

“La profonda crisi della maggioranza, già evidenziata nelle sue numerose assenze – aggiungono -, ha trasformato l’aula del Consiglio comunale in un “campo di battaglia“, impedendo la trattazione di temi urgenti come la movida, la sicurezza, i servizi essenziali della città erogati dalle aziende partecipate e gli atti preliminari al bilancio. In questa turbolenta stagnazione, la Città è lasciata allo sbando senza alcuna risposta alle sue numerose esigenze. È compito delle istituzioni garantire l’agibilità democratica del Consiglio comunale nell’interesse della città di Palermo. Anche oggi come consiglieri di opposizione abbiamo garantito la nostra presenza in Aula nel tentativo di riportare un clima di buon senso e per adempiere al nostro dovere, ossia espletare il nostro mandato “con scrupolo e coscienza”, come recita il giuramento reso all’insediamento”.

Fratelli d’Italia difende Milazzo

A difesa del capogruppo di Fratelli d’Italia arriva il senatore meloniano Raoul Russo che, in una nota, attacca la gestione del Consiglio Comunale. “Nei giorni scorsi, tutti hanno parlato della necessità di una maggiore sicurezza sulle nostre strade e nei luoghi della movida ma, alla prova dei fatti, da settimane si rimandano gli atti necessari ad perseguire la mala-movida. Ad esercizio finanziario in scadenza, inoltre, sorprende che il consiglio non venga convocato per gli atti obbligatori e necessari ad assicurare la spesa. Un’ipocrisia che oggi in Consiglio comunale è stata smascherata. Per questo motivo condividiamo e sosteniamo il senso della provocatoria protesta del nostro capogruppo Milazzo”.

Sulla stessa linea il consigliere comunale Antonio Rini, intervenuto a dividere questa mattina lo stesso Giuseppe Milazzo e il vicepresidente Giuseppe Mancuso. “L’estrema protesta del capogruppo Giuseppe Milazzo è il segno di una tensione, sfociata in esasperazione, per una conduzione d’aula scomposta. Il gruppo di Fratelli d’Italia chiede concretezza e tempestività nell’affrontare le urgenze della Città. Ad esempio, a Palermo si spara e da settimane sollecitiamo l’approvazione del “regolamento movida”, e invece si pensa di trattare la mozione sulla trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali che ha registrato inspiegabilmente anche adesioni tra le file della maggioranza. A questo punto chiediamo tempi certi sulle priorità degli atti da approvare che, categoricamente, non posso essere diversi da quelli contabili e sulla movida. Vogliano evitare di perdere risorse fondamentali e assicurare regole precise contro la malamovida a Palermo. Si convochi il consiglio comunale ogni giorno fino al 31 dicembre”.

La condanna dei sindacati

Parole dure però arrivano anche dal mondo civico, in particolare da quello sindacale. E’ in particolare Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo-Trapani, a condannare quanto successo in aula questa mattina. “Riteniamo quanto accaduto stamattina in consiglio comunale un fatto increscioso e molto grave di certo non degno dell’istituzione in cui è avvenuto e non degno di una città che prova a stento a reagire al clima di violenza che si respira – sottolinea La Piana -. Ci auguriamo che non si ripetano mai più fatti del genere che danno una immagine della classe politica non adeguata. Le divergenze e le tensioni possono essere accettabili e in qualche caso aiutano i percorsi ma devono essere espresse in modo adeguato e rispettoso dei ruoli. Qui si è andati ben oltre! Evidentemente serve riscoprire una cultura politica e delle istituzioni che forse negli ultimi anni si è “annacquata” a scapito a volte della qualità”.

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