Pnrr, Fondi Ue, investimenti, lavoro, semplificazione. Sono le direttrici del dibattito a più voci che, al congresso regionale Cisl, ha impegnato i vertici di istituzioni e forze economiche e sociali. Un approfondimento che ha lasciato spazio alla solidarietà con il popolo ucraino. E che ha preso le mosse dalle proposte e dalle analisi della relazione del segretario uscente della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio.
Il sostegno all’Ucraina
“Vedo molti equilibristi. Noi siamo con il popolo ucraino senza se e senza ma. La Russia ha deciso di colpire l’Europa e i suoi valori. Non possiamo assolutamente cedere. Non si possono spostare con la violenza i confini della libertà e della democrazia. Noi puntiamo ad aprire, assieme agli altri sindacati e italiani e a quello europeo, una grande sottoscrizione a sostegno di progetti umanitari e dei profughi ucraini. Quella popolazione è allo stremo, dobbiamo aiutarla”. A pronunciare queste parole il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, intervenendo al focus che ha chiuso la mattinata del primo giorno di lavori congressuali.
I presenti al focus
Vi hanno preso parte, tra presenti e collegati on line, oltre al segretario uscente della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio e al leader nazionale Sbarra, la vicepresidente del parlamento Ue Pina Picierno, la ministra per il Sud Mara Carfagna, il governatore Nello Musumeci e il vicepresidente di Confindustria e numero uno dei Giovani imprenditori, Riccardo Di Stefano.
Di fronte alla platea dei 350 delegati arrivati a Taormina da ogni parte dell’Isola, hanno discusso sul leit-motiv delle domande poste dai rappresentanti delle principali testate regionali: Rino Cascio, caporedattore della Tgr Rai Sicilia; Lino Morgante, direttore editoriale di Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia; Antonello Piraneo, direttore responsabile de La Sicilia e Marco Romano, direttore responsabile del Giornale di Sicilia. A tirare le fila del confronto, la giornalista Elvira Terranova (Adnkronos). Ecco temi del dibattito e posizioni emerse.
Il presidente Nello Musumeci
Per il governatore, “dopo il 2020 la Sicilia ha avuto una crescita di circa il cinque per cento del Pil, per il 2022 le previsioni sono del 5,2 per cento quindi un punto in meno rispetto alla crescita del Pil nazionale. Ma dobbiamo fare i conti con il nuovo contesto internazionale nel quale ci troviamo, che inesorabilmente finirà col far sentire i propri effetti negativi”.
Per Musumeci, al momento il settore delle costruzioni è quello che sta dando maggiori risultati perché “come Governo della Regione abbiamo aperto centinaia di cantieri”. La pandemia, ha aggiunto, ha contributo a far avvertire gli effetti deleteri. Ma “sono ottimista che sia in agricoltura che nell’industria arrivino concreti segnali di crescita”.
“Dobbiamo necessariamente sperare – ha ripetuto – che i fondi del Pnrr possano essere utilizzati completamente. Dei circa 20 miliardi destinati alla Sicilia soltanto il 7-8 per cento sarà a titolarità della Regione. Tutto il resto appartiene alle università, alle imprese, agli enti locali ma se non c’è una sufficiente assistenza tecnica si corre il rischio di non arrivare a progetti appropriati, pertinenti e quindi capaci di essere ammessi a finanziamento. Mi auguro che dal governo Draghi questa esigenza possa essere avvertita e si corra presto ai ripari”.
Il ministro per il Sud, Mara Carfagna
“In queste ore così drammatiche per l’Italia e per l’Europa è importante ogni occasione di confronto democratico e il congresso Cisl è la sede giusta per una riflessione sui tempi che stiamo affrontando e sulle angosce di questi giorni legate al conflitto alle porte d’Europa”. “Sono due – per la ministra per il Sud – gli elementi di speranza per il Mezzogiorno e in particolare per la Sicilia. Il primo, che riguarda direttamente l’isola, è legato a un dato. La Sicilia è la prima beneficiaria degli investimenti che derivano dalla quota Sud del Pnrr. Il capitolo forse più rilevante, quello delle infrastrutture, prevede che arrivino tre miliardi e mezzo in cinque anni per il sistema ferroviario, le navi, la gestione delle risorse idriche, i porti, le aree interne, la qualità dell’abitare. Non solo. Sono siciliani alcuni dei principali progetti immediatamente cantierabili che abbiamo finanziato la settimana scorsa con un anticipo di sei miliardi e 300 milioni del fondo sviluppo e coesione”.
“Stiamo restituendo alla Sicilia – ha affermato la ministra – opere pubbliche attese da oltre 20 anni ma anche opportunità di sviluppo importanti con le due zone economiche speciali dell’isola. L’altro motivo di speranza viene da questo governo, che ha rovesciato la prospettiva dalla quale l’Italia ha guardato il sud: non più zavorra da contentare con qualche sussidio ma vero e proprio motore dello sviluppo nazionale”.
La vicepresidente del parlamento Ue, Picierno
“Gli strumenti del Pnrr non siano solo misure emergenziali ma siano trasformati in strutturali. Penso che senza un ruolo definitivo della rappresentanza sindacale tutto il lavoro che stiamo facendo per il Pnrr rischia di essere monco”.
“Credo – ha affermato la vicepresidente del parlamento Ue – che al sindacato debba essere consentito di svolgere il ruolo che gli spetta anche per evitare le contraddizioni che si creano. Abbiamo capito sul Pnrr che queste politiche si fondano su una corretta spesa pubblica ma anche su una valutazione di performance. Allora mi chiedo se i soldi che abbiamo speso hanno prodotto i risultati che ci attendevamo”.
Per la vicepresidente del parlamento Ue è importante il contributo del sindacato, “per valutare la consistenza degli investimenti sul territorio e prevedere l’impatto che la spesa avrà nell’area. Il Pnrr non si deve pensare solo dal punto di vista umanitario ma si tratta di politiche che servono per rendere la crescita del paese armonica”.
Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra
“Oggi non abbiamo bisogno di un meridionalismo piagnone che si limiti alla denuncia o peggio ancora che si arrovelli in uno sterile populismo. Bisogna aprire una nuova fase responsabile e partecipata in Sicilia e in tutto il Sud progettando rapidamente le opere pubbliche e vincolando anche le ingenti risorse europee del Pnrr e quelle nazionali all’assunzione di giovani e donne, a tempo indeterminato. Basta soldi a pioggia senza un impegno preciso delle aziende pubbliche e private, vincolati al rispetto dei contratti, della stabilità e sicurezza sul lavoro”.
Per il leader Cisl, “i numeri che oggi inchiodano purtroppo la Sicilia a livelli occupazionali tra i più bassi d’Europa, specialmente nella dimensione giovanile e femminile, con un tasso inferiore al 33%, sono una ferita che va sanata con un grande patto sociale per lo sviluppo e il lavoro tra le istituzioni e le parti sociali, per non sprecare la grande opportunità del Pnrr”. “Dobbiamo fare un grande patto a livello nazionale e regionale – ha insistito – per sbloccare le grandi opere e rilanciare i piccoli e medi cantieri che generano crescita e fanno uscire dall’isolamento le aree interne. Penso all’urgenza di riqualificare il sistema portuale, portare a compimento le Zes, affrontare il problema delle ferrovie”.
“Va messa in campo una fiscalità di vantaggio specifica per le regioni del Sud – ha quindi rimarcato – e vanno organizzate leve di sviluppo per una politica industriale meridionale ben connessa alle dinamiche 4.0. Inoltre, va riscattato il sistema ospedaliero e realizzata la medicina territoriale”.
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