Sigilli a beni del valore di 900 mila euro

Faceva parte della famiglia mafiosa di Villagrazia, confisca agli eredi

Era considerato un uomo operativa della mafia di Palermo, scatta la confisca per gli eredi. I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno eseguito un provvedimento che mette sigilli a beni per 900 mila euro. A stabilire la decisione la sezione misure di prevenzione nei confronti degli eredi di Salvatore Di Blasi, deceduto nel 2021 a 87 anni.

L’operazione “Brasca”

Di Blasi era stato arrestato nell’operazione “Brasca” con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Villagrazia. Secondo gli inquirenti partecipò direttamente all’attività estorsiva, riportando una condanna in appello a 6 anni e 6 mesi di reclusione. Sono entrati nel patrimonio delle Stato 2 appartamenti, un box auto, due posti auto, un autovettura e 16 rapporti bancari.

Le condanne in appello degli arrestati nell’operazione Brasca

Nel 2021 furono inflitti oltre 120 anni di carcere ai 18 imputati del processo denominato “Brasca”. Attività che è servita a smantellare il clan di Santa Maria di Gesù, uno dei più radicati sul territorio di Palermo. Non solo condanne, due gli assolti: Gaspare La Mantia e Giovanni Piacente. In primo grado erano stati in totale 160 gli anni di carcere inflitti dal giudice Maria Cristina Sala, con il rito abbreviato, a tutti gli imputati.

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Tutti i condannati

Il colpo ai boss e gregari del clan risale al 16 marzo del 2016 quando gli investigatori diedero un duro colpo alla cosca, ricostruendo l’organigramma, i nuovi vertici e i rapporti con i mandamenti vicini. L’inchiesta aveva svelato anche numerosi episodi di estorsione, intimidazioni e danneggiamenti

Le condanne nel dettaglio: Antonio Adelfio 7 anni e 3 mesi, Vincenzo Adelfio 9 anni e 4 mesi, Antonino Capizzi 8 anni e 8 mesi, Salvatore Maria Capizzi 6 anni, Salvatore Di Blasi 6 anni e 6 mesi, Stefano Di Blasi 4 anni, Francesco Di Marco 6 anni e 6 mesi, Gaetano Di Marco 6 anni e 4 mesi, Andrea Di Matteo 6 anni, Fabrizio Gambino 6 anni, Alfredo Giordano, ex direttore di sala del Teatro Massimo, 4 anni e 8 mesi, Giovanni Messina 6 anni e 10 mesi, Antonino Pipitone 14 anni e 2 mesi, Santi Pullarà 6 anni, Gregorio Ribaudo 6 anni, Mario Taormina 8 anni e 6 mesi, Giovanni Tusa 6 anni, Antonino Carletto 2 anni.

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