L’ufficio misure di prevenzione patrimoniali della divisione anticrimine della Questura di Palermo ha dato eseguito un provvedimento di confisca da un milione di euro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo nei confronti di Giuseppe Sansone di 74 anni, l’autista di Totò Riina.

Dettagli dei beni confiscati

Sono passati allo Stato un’azienda edile, di proprietà del figlio, a Palermo in zona Uditore, con diversi rapporti finanziari e 6 autovetture, applicando anche la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno, per anni quattro e mesi sei.

Profilo criminale di Giuseppe Sansone

Sansone, in atto detenuto, in qualità di esponente di spicco della famiglia mafiosa di “Uditore”, storicamente inserito nel mandamento mafioso di “Passo di Rigano – Boccadifalco”, emerge sin dagli anni novanta, allorquando lo stesso è stato destinatario della sentenza irrevocabile di condanna per il reato di associazione di stampo mafioso.

Colpo alla mafia nissena, confiscati beni a un uomo vicino a cosa nostra

La Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta ha eseguito la confisca di beni per un valore di 350 mila euro nei confronti di un soggetto ritenuto vicino a cosa nostra nissena. Il provvedimento ablativo è stato disposto dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione.

Il soggetto coinvolto

La confisca ha riguardato due proprietà immobiliari nella disponibilità dell’uomo, un cittadino nisseno con precedenti penali per reati gravi come porto abusivo di armi, minacce, associazione per traffico di droga, usura, truffa, riciclaggio e ricettazione.

Gli obiettivi dell’operazione

L’operazione nasce da una proposta della DIA per individuare e aggredire i patrimoni illeciti riconducibili alla criminalità organizzata o a soggetti ad essa vicini, il cui tenore di vita non è giustificato dai redditi dichiarati. L’emergenza Covid-19 ha ulteriormente incentivato questo tipo di attività per prevenire l’incremento del fenomeno usuraio.

Il risultato odierno si inserisce nelle attività istituzionali della DIA per colpire le ricchezze accumulate illecitamente, a tutela dell’economia sana del Paese. Un duro colpo inferto dalle forze dell’ordine alla criminalità organizzata nissena, attraverso il sequestro di beni mobili e immobili frutto di losche attività. La confisca segue indagini patrimoniali della DIA che hanno dimostrato la sproporzione tra i beni nella disponibilità del soggetto vicino a Cosa Nostra e i redditi dichiarati. Un segnale forte della presenza dello Stato sul territorio contro ogni forma di illegalità. La lotta alle mafie passa anche attraverso il sequestro dei patrimoni accumulati con profitti illeciti, per restituire alla comunità ciò che è stato sottratto.

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