La cassazione ha confermato le condanne per il tentato omicidio con modalità mafiose di Giuseppe, Antonino e Fabrizio Colombo, padre e figli, per le strade dello Zen. Era il 23 marzo 2021. I tre rimasero vivi per miracolo. I giudici della corte suprema hanno confermate le condanne in primo e secondo grado.
Pene severissime per gli aggressori
Vincenzo e Letterio Maranzano 12 anni, 5 mesi e 10 giorni ciascuno; Nicolò Cefali 10 anni, Pietro Maranzano 11 anni.
Nuovo processo per un imputato
Annullata con rinvio la condanna di Giovanni Cefali (11 anni e 4 mesi) per cui dovrà essere celebrato un nuovo processo. Il difensore, l’avvocato Giovanni Castronovo, ha contestato l’accusa che lo indicava come concorrente morale del tentato omicidio. Allo Zen nel 2021 era in corso una faida. Le indagini sull’agguato furono condotte dagli agenti della squadra mobile.
Scontro tra famiglie rivali
Lo scontro era tre i Colombo e i Maranzano. Si affrontarono davanti ad un bar. I Colombo incrociarono i fratelli Letterio e Pietro Maranzano all’uscita di un bar. Offesero Cefali e intervenne Pietro Maranzano. Scoppiò una rissa. I Maranzano si radunarono insieme ad altre persone nel negozio di frutta e verdura del padre. Dopo ci fu una sparatoria. Giuseppe e Antonino Colombo rimasero feriti, uno alle gambe, l’altro ai glutei.
L’omicidio di Lino Celesia, 4 anni al fratello che fornì l’arma del delitto
Nei giorni scorsi invece si è concluso con una condanna a 4 anni di reclusione e 6.000 euro di multa, inflitta con rito abbreviato, il processo nei confronti di G.O., 23 anni, accusato di porto e detenzione dell’arma che avrebbe ucciso Lino Celesia la notte del 21 dicembre scorso. L’omicidio è avvenuto al culmine di una violenta sparatoria scoppiata all’interno della discoteca Notr3 in via Pasquale Calvi a Palermo.
La sentenza e le accuse
Come riportato dal Giornale di Sicilia, la condanna, inflitta dal giudice Elisabetta Stampacchia è di due anni inferiore rispetto ai sei chiesti dal pm Vittorio Coppola. G., difeso dall’avvocato Vanila Amoroso, è il fratello maggiore di M., 18 anni, che invece dovrà rispondere dell’omicidio di Celesia, ex calciatore 22enne del quartiere Cep. Secondo l’accusa, G. avrebbe fornito la pistola al fratello, che poi l’avrebbe utilizzata per uccidere il palermitano con due colpi al collo e ai polmoni durante la rissa scoppiata nel locale.
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