Il concorso è pubblicato da un anno e mezzo, le prime prove sono state fatte, ma adesso arriva a sorpresa lo stop. L’Arpa Sicilia ha bloccato il concorso per l’assunzione di 57 unità (a tempo pieno e indeterminato), che è stato annullato con delibera del quindici dicembre. Una decisione che lascia con l’amaro in bocca i partecipanti che da tutta l’Isola speravano di ottenere il posto di lavoro.
Le prove già effettuate anche dagli interni
Il bando era stato pubblicato il 31 luglio 2020, gli iscritti al concorso erano circa 13.500 in totale per i vari profili. Per ogni profilo alle prove si è presentata circa la metà dei candidati. Dopo un anno e mezzo, e con le prime prove preselettive già svolte, alla fine il concorso delle 57 unità di Arpa Sicilia è stato annullato per un incredibile vizio di forma. Un errore che lascia sorpresi: i dipendenti non dovevano svolgere la prova preselettiva.
Le motivazioni dello stop
Il decreto del Direttore Generale dell’Arpa Vincenzo Infantino (n. 543) è stato siglato il 15 dicembre.
Lo stop è motivato così: “Considerato che l’esonero dei dipendenti in servizio dalla prova preselettiva concordato in sede sindacale, in quanto volto al riconoscimento e alla valorizzazione delle competenze e abilità del personale già in servizio appare legittimo e la mancata previsione dello stesso nel bando frustra le aspettative di quest’ultimi, che per effetto dell’avviso integrativo del 27.10.2021, poi ritirato, si sono trovati in presenza di regole concorsuali poco chiare e non lineari idonee a creare confusione, con conseguente possibilità dei partecipanti di dar corso a conteziosi che ritarderebbero il reclutamento del personale oggetto del concorso; ritento che il principio di buon andamento impone di operare in modo chiaro e lineare, in modo tale da fornire ai candidati regole di condotta certe e sicure, soprattutto quando da esse possano derivare conseguenze negative; ritenuto altresì che con DL n. 44/2021 convertito in L. 76/2021, al fine di ridurre i tempi di reclutamento del personale non dirigenziale, è stata prevista, nel periodo emergenziale, l’eliminazione della prova preselettiva; considerato che il blocco della procedura concorsuale avviata, per effetto dei possibili ricorsi, pregiudicherebbe l’Agenzia nello svolgimento dei compiti istituzionali assegnati dalla legge, stante che la stessa è a corto di personale (le risorse umane attualmente impiegate sono nettamente sottodimensionate rispetto alle previsioni del piano dei fabbisogni) e pertanto si è in presenza di fondati motivi di pubblico interesse che sconsigliano la prosecuzione della selezione concorsuale appena avviata e depongono per la sua riedizione mediante la revoca in autotutela del bando ai sensi dell’art. 21 quienquies della legge n. 241/1990; Ritenuto dunque di dovere procedere alla revoca in via di autotutela del bando di concorso di cui al DDG n. 406/2020 riservandosi di ribandire lo stesso con l’espressa previsione dell’esonero dei dipendenti in servizio dalle prove preselettive ed alla luce delle nuove previsioni normative introdotte dal D.L. 0/2021 convertito in L. n. 113 del 06/08/2021″.
Pronti alla class action
Tanti i commenti su Facebook dei partecipanti pronti ad adire le vie legali. “Oltre che dimostrare incompetenza – scrive un concorrente su Fb – hanno calpestato i diritti, le speranze ed i sacrifici di migliaia di giovani disoccupati siciliani, la maggior parte laureati, meritevoli e titolati che nel concorso vedevano un’occasione di lavoro stabile che gli consentisse di non dover abbandonare la propria terra.
Molti di noi hanno passato mesi sui libri, chiesto giorni liberi a lavoro, viaggiare di notte col maltempo per arrivare in tempo a Catania, pagato il contributo di partecipazione (Arpa ha incassato 500.000 € dei nostri soldi) e adesso veniamo beffati così? Bisogna diffidare Arpa e ricorrere all’autorità giudiziaria. Non si gioca con i diritti e con le speranze dei giovani”.
Sui social c’è chi invoca l’intervento delle Iene e di Striscia la Notizia, altri invece si stanno organizzando per una class action. Come andrà a finire? I ricorsi di certo fioccheranno. Soprattutto dopo che molti partecipanti avevano sfidato l’allerta maltempo e le strade allagate dei giorni scorsi, per andare a Catania a svolgere le prove preselettive.
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