Università, dopo lo scandalo dei concorsi truccati, che coinvolge anche professori universitari sulla vicenda interviene Ottavio Navarra, candidato vice presidente della Regione con Claudio Fava.
Navarra racconta: “Era il 1990 quando sulle scale dell’ingresso della facoltà di Giurisprudenza di Palermo attaccammo un manifesto che riportava gli organigrammi delle allora cattedre, dimostrando che erano luoghi nei quali vigeva il nepotismo più assoluto: mogli, amanti, parenti a gogò. Il merito una parola declamata senza valore. Altro che ascensore sociale. Sempre e ovunque era così? No. Ma questa era una regola larghissimamente applicata. L’accesso a qualsiasi ruolo passava dall’antica catena mediovale del vassallaggio”.
Navarra passa poi all’esame della situazione attuale: “2017. Università di Palermo. Una inchiesta travolge pezzi importanti della sua università. Le accuse? Nella sostanza quello che noi denunciavamo già circa 25 anni fa. Nessun mistero in questa inchiesta ma un metodo largamente applicato resistito negli anni e che svela quanta strada ci sia ancora da fare.
Eppure è qui in Sicilia che si è pensato di puntare sulla classe accademica come modello di competenza e qualità. Ed allora chiedo: quali iniziative i Magnifici che si sono succeduti hanno messo in atto per arginare questi fenomeni? E’ ovvio che occorrerebbe riformare l’intero sistema del reclutamento e che questo compito non sia affidato a singole figure ma, e lo dico con sincera curiosità, cosa è stato fatto in questa direzione?
Qui da dove vi scrivo, è la terra con l’indice più alto di abbandoni scolastici, dove la rete scolastica è inadeguata e insufficiente, dove il tempo pieno è una chimera, dove il diritto allo studio non ha neanche un suo testo organico, dove sono state tagliate borse di studio e di ricerca, dove i dottorandi diminuiscono, dove i neo laureati volgono immediatamente lo sguardo oltre l’isola”.
“E tutto ciò malgrado tani – prosegue Navarra – insegnanti, docenti universitari, personale impegnato nella filiera scolastica fa tutto il possibile ogni giorno e con sacrifici enormi e che è stato umiliato in tanti recenti provvedimenti legislativi.
Nell’avvio di questa mia esperienza regionale non fu un caso, e non lo è oggi, a maggior ragione, l’avere annunciato che uno dei primi atti sarà il deposito all’Ars di una legge organica sul diritto allo studio in Sicilia.
Chi ha responsabilità deve comunque sapere che è per loro che suona la campanella, per la loro ignavia e il loro girarsi dall’altra parte”.