Il concorsone della Regione Sicilia non finisce di sollevare polemiche. Dopo i vizi di legittimità legati alle riserve di posti per i dipendenti interni e dopo i risultati deludenti delle prove, con appena 270 idonei su 537 posti riservati ai laureati, i sindacati chiedono ora di destinare i posti vacanti ai dipendenti interni.
Secondo Confsal-Crab, il sindacato che tutela i dipendenti del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana ed in particolar modo quelli delle categorie A e B, con la riqualificazione del personale interno, si risolverebbe “il gap istituzionale, che questa amministrazione regionale ha rispetto a tutte le altre regioni (il 50% del personale di bassa categoria rispetto al 12% delle altre regioni)” e si otterrebbe anche un notevole risparmio di spesa.
“Pensate – sottolinea il sindacato in una nota– a quanto si risparmierebbe se si riqualificasse il personale interno nell’andare a colmare il vuoto amministrativo creatosi, anziché assumere personale esterno spendendo milioni per bandire un nuovo concorso pubblico. Come se le casse regionali non fossero già abbastanza disastrate”.
Sia riconosciuta dignità al lavoro svolto in questi anni
Dal canto suo l’amministrazione ha fatto sapere di essersi solo limitata ad applicare le disposizioni vigenti (dl. reclutamento n.80/21 come convertito in l.113/21 dell’agosto 2021), lasciando aperta la questione sulle sorti del personale interno, che da anni svolge mansioni superiori, rispetto a quelle per cui è stato assunto, senza che gli sia riconosciuta alcuna differenza retributiva e contributiva.
“Ci sono centinaia di dipendenti, fascia A e B – proseguono da Confsal-Crab– che pur laureati risultano ufficialmente operatori/collaboratori e ciò nonostante, per anni e gratuitamente, hanno prestato servizio recandosi ‘in missione’ per conto della regione a ciò comandati, ovvero a gestire mandati nettamente superiori rispetto alla loro categoria. Il tempo dello sfruttamento è finito”.
Il Sindacato ha chiesto che venga attribuito ai dipendenti il diritto del riconoscimento lavorativo, la dignità e il sacrificio di tutti questi anni di onorato servizio, richiamando l’attenzione e il supporto delle altre realtà sindacali: “Valga questa nostra come appello, come chiamata alla piazza in favore dei delusi, degli incerti, degli apoliticizzati, dei senza egida sindacale: noi siamo con loro e saremo pronti a tutelarli”.
Bisogna utilizzare al meglio le risorse del PNRR
Ad indignare maggiormente il Sindacato la disposizione secondo cui, per le amministrazioni titolari di progetti legati al PNRR (come nel caso della Regione Sicilia), è possibile assumere dirigenti di seconda fascia e funzionari attingendo direttamente dalle graduatorie vigenti di altre amministrazioni. Quale migliore occasione dunque di questa per sfruttare al meglio le risorse a disposizione?
Considerata l’attuale crisi economica mondiale e nazionale, i fondi del PNRR potrebbero essere destinati ai soggetti delle categorie più basse dell’amministrazione con titoli ed esperienza, anziché essere investiti in “maxiconcorsi flop sempre più tristemente simili ad una fucina di voti di scambio, con il relativo ed esponenziale aumento di dipendenti pubblici da mantenere”.
I dipendenti idonei rischiano di restare fuori dalla graduatoria
Tra gli scenari che destano più perplessità vi è il fatto che i dipendenti interni risultati idonei, alla luce delle modifiche del bando, verranno con tutta probabilità automaticamente esclusi dalla graduatoria, in favore dei candidati esterni vincitori.
“Sappiamo di numerosi colleghi che hanno partecipato al maxiconcorso e risultano aver conseguito il punteggio atto a passarlo. Cosa accadrà loro? Verranno depennati dalla graduatoria finale? Sarebbe questa l’efficienza della macchina pubblica? Dopo decenni di dedizione al lavoro e di patrimonializzazione del loro background professionale. Quanto verificatosi, oltre che gravemente anticostituzionale, è oltremodo mortificante per le categorie A e B del comparto non dirigenziale. In ragione di ciò, i nostri legali hanno già inviato una formale messa in mora ed interruttiva del decorso prescrizionale per inevaso pagamento di dovute ‘differenze’ retributive per centinaia e centinaia di nostri iscritti, nonché per le relative inevase coperture contributive” – ha sottolineato il sindacato.
Lo staff legale, a cui i sindacati hanno conferito l’incarico, ha precisato: “I nostri hanno denunciato l’accaduto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e a tutti i maggiori Dicasteri interessati alla vicenda, specificando di aver perso ogni chance di progressione di carriera in spregio alla tutela costituzionale loro dovuta. Soprattutto, hanno evidenziato il mostruoso danno erariale in cui sarà coinvolta la collettività, poiché non si poteva bandire alcunché senza adeguata copertura finanziaria, e i nuovi assunti verranno mantenuti dalla collettività siciliana con prevedibili significativi aumenti di addizionali Irpef”.
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