“Mentre l’Ars, a pochi mesi dalle prossime elezioni amministrative, si affanna tra mille incertezze e un clima di estrema confusione a modificare, ancora una volta, la legge elettorale, ieri in Conferenza Regione-Autonomie locali per la prima volta, dall’inizio dell’anno, è stata ufficializzata la volontà di determinare il dissesto finanziario dei comuni, dei liberi consorzi e delle città metropolitane dell’Isola. Infatti, nonostante siano scaduti da mesi i termini per l’approvazione del bilancio di previsione 2016 dei comuni (30 aprile) e dal 31 luglio anche quelli per città metropolitane e liberi consorzi, si è appreso che quanto previsto dall’articolo 7 della legge di Stabilità regionale per l’anno 2016, rimarrà in buona parte lettera morta determinando conseguenze che, come è di tutta evidenza, a distanza di otto mesi dall’inizio dell’anno, risultano non essere più sanabili”. Lo hanno reso noto i sindaci della delegazione AnciSicilia presenti ieri pomeriggio alla Conferenza Regione – Autonomie Locali.
Tra i rappresentanti dell’AnciSicilia in seno alla Conferenza erano presenti: il presidente e il segretario generale dell’Associazione, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, il vice presidente vicario, Luca Cannata, il vice presidente Paolo Amenta, il sindaco di Messina, Renato Accorinti, il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, il sindaco di Gioiosa Marea, Edoardo Spinella, e il sindaco di Prizzi, Luigi Vallone.
“Più in particolare – ha aggiunto la delegazione dell’Associazione – ieri il Governo regionale ha certificato che, a differenza di quanto previsto dalla legge 3/2016, i 115 milioni e i 30 milioni destinati rispettivamente alle spese di investimento dei comuni e delle ex province ed utilizzabili espressamente anche al pagamento delle rate di mutuo, non sono utilizzabili per tale finalità, mentre gli ulteriori 50 milioni destinati “prioritariamente al pagamento delle quote capitale delle rate di ammortamento dei mutui accesi per il finanziamento di spese di investimento” non sono allo stato attuale disponibili e non si ha certezza su quando lo saranno”.
“Anche le ulteriori risorse relative al Fondo perequativo (pari a 340 milioni di euro) – hanno continuato i rappresentanti dell’AnciSicilia – e quelle destinate al pagamento del personale precario (182 milioni circa) subiranno allo stato attuale una decurtazione del 9 per cento e non si comprende come ciò possa essere gestito in termini di bilanci comunali. Tutto ciò conferma quanto sia grave la condizione di precarietà e di incertezza del sistema degli enti locali siciliani, che, come l’AnciSicilia e la stessa Corte dei Conti hanno in più occasioni denunciato, dipende strutturalmente dalle risorse regionali. Un tale quadro condiziona in maniera diretta la risoluzione di altri problemi decisivi per gli enti locali quali l’avvio e la prosecuzione delle procedure di rinnovo contrattuale o stabilizzazione per i lavoratori a tempo determinato e la definizione, attraverso l’indizione delle elezioni di II livello, del nuovo quadro di governance nei liberi consorzi e nelle città metropolitane”.
“Per tali ragioni – ha concluso il presidente Orlando – l’AnciSicilia invierà una formale richiesta al Governo nazionale affinché, sin dalle prossime ore, si possa avviare un articolato confronto con la Regione Siciliana e le Autonomie locali dell’Isola per individuare le soluzioni urgenti che consentano di arrestare l’ormai inevitabile tracollo finanziario e le gravissime ripercussioni che ciò determinerebbe sui cittadini. In assenza di risposte proporzionate alla gravità della situazione saremo costretti ad avviare iniziative di protesta e ad intraprendere azioni legali presso ogni autorità competente”
L’Anci elenca quindi alcuni dati che definisce ‘significativi’:
• 300 comuni che non hanno deliberato il rendiconto di gestione finanziaria 2015 (dati al 16 giugno)
• 350 comuni non hanno approvato il bilancio di previsione 2016 (dati al 16 giugno)
• Le tre città metropolitane non hanno approvato il bilancio di previsione nei termini
• I sei liberi consorzi non hanno approvato il bilancio di previsione nei termini e in alcuni casi hanno già avviato le procedure per la dichiarazione di dissesto
• Significativo aumento nel 2016 degli enti che hanno deliberato il dissesto finanziario e che hanno avviato la procedura di riequilibrio.