Senza i fondi extracomunali il Comune di Palermo non canta messa. A spiegare l’importanza di tali risorse è stato il sindaco Roberto Lagalla, intervenuto ieri in Consiglio Comunale durante l’illustrazione dei punti cardine del Dup (Documento Unico di Programmazione). Un documento tecnico ma di fondamentale importanza visto che è propedeutico al bilancio di previsione 24-26. Atto, quest’ultimo, che permetterebbe di sbloccare la spesa corrente e di dare il via a numerosi progetti. Per farlo però bisognerà chiudere tutto entro il 15 marzo. Impresa tutt’altro che scontata ma possibile.

Lavori pubblici e trasporto pubbico di massa: si passa per fondi extracomunali

Con riguardo al Dup, il sindaco Roberto Lagalla ha tenuto un lungo discorso di quasi cinquanta minuti. Ad affiancarlo i due nuovi assessori, Fabrizio Ferrandelli e Brigida Alaimo, nonchè il suo uomo di fiducia in Giunta, ovvero Maurizio Carta. Non c’era invece Salvatore Orlando, assessore ai Lavori Pubblici. Uomo di sicuro affidamento per il sindaco e al quale lo stesso Lagalla ha affidato pratiche scottanti fin dall’inizio della consiliatura. Ed è proprio nei campi di competenza dei due esponenti di Lavoriamo Per Palermo che si gioca buona parte del rilancio della città.

Per farlo serviranno risorse. Tante risorse. Le cose da fare sono molteplici. E il Comune di Palermo non dispone di così tanti fondi propri. Anzi, è lo stesso sindaco a ribadire l’importanza dei fondi extracomunali per il bilancio di Palazzo delle Aquile, in particolare della programmazione europea. “Il Comune soffre di una storica e cronica fragilità economica-finanziaria, che limita molto la spesa corrente su fondi propri del bilancio comunale, mentre significativamente più ricca è la sezione che riguarda gli investimenti sostenuti da risorse extra-comunali. Motivo per il quale la prospettiva di lavoro dell’Amministrazione è basata sull’impiego massimale di queste risorse”, ha dichiarato ieri Lagalla in aula.

Uno sguardo ai numeri e le opere in ballo

Parole sulle quali c’è poco da discutere. Basta solo guardare ai numeri. Fronte sul quale il primo cittadino indica in particolare la futura incidenza di due capitoli di spesa, ovvero il PON-Metro Plus 21-27 (sul quale si attende la nomina del nuovo capo dipartimento a Roma) e le cosiddette risorse FUA (Fondi Ambito Urbano). Voce di entrata dalla quale Lagalla auspica di ricevere una cifra fra i 150 e i 175 milioni di euro.

Il Comune di Palermo si conferma quindi a decisa trazione “europea”, fondando il suo rilancio sull’incidenza e sull’efficienza della programmazione degli interventi, nonchè sull’utilizzo delle risorse disponibili. Ogni euro conta, sia sul fronte delle infrastrutture che su quello del trasporto pubblico di massa. Settore, quest’ultimi, su cui il sindaco si è dilungato molto, parlando in particolare di una interlocuzione in corso con la Regione Siciliana sull’utilizzo dei cosiddetti fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione). Tre in particolare le opere che Roberto Lagalla ha indicato come prioritarie.

La prima è la ristrutturazione del ponte Oreto. Il bando di gara è ormai concluso, così come l’affidamento della progettazione esecutiva. I lavori costeranno circa 6,3 milioni di euro (cifra rivista al rialzo ed aggiornata al nuovo prezzario regionale). E per completarli serviranno ulteriori risorse rispetto a quelle attualmente disponibili. La seconda opera indicata è quella relativa al raddoppio del ponte Corleone. Qui l’attesa risale addirittura ai primi anni del 2000, ovvero quando fu avviato un cantiere con il posizionamento dei primi piloni. Poi praticamente il nulla. Intervento che fa parte di un macroasse in cui rientravano anche la riqualificazione funzionale delle due corsie attualmente in essere (sulla quale si registra il completamento dei lavori sulla carreggiata in direzione Catania, mentre su quella in direzione Trapani si attende a breve l’avvio degli interventi), nonchè la progettazione e l’esecuzione delle opere per il cosiddetto svincolo Perpignano (su cui sono iniziati i primi controlli geologici).

Focus sul tram

L’ultima infine, non meno importante, riguarda la costruzione di un nuovo ponte di collegamento fra l’area della Stazione Notarbartolo e via Umberto Giordano. Viadotto necessario a valicare il passaggio delle linee ferrate e per allegerire il traffico della zona, appesantito dalla presenza del tram, il quale riduce di molto la corsia di transito per auto e mezzi pubblici. Ed è proprio il tram ad essere il pezzo principale di un puzzle che interesserà il futuro del trasporto pubblici di massa.

Da inizio anno, il Comune di Palermo ha dato una netta accelerata ai lavori propedeutici alla fase due dell’opera, la quale vedrà sorgere le linee A,B e C. In tal senso, il sindaco Roberto Lagalla ha autorizzato in primo luogo i primi sgomberi per la tratta C, ritenuta chiave dal sindaco al fine di chiudere il gap fra la linea 1 e le restanti linee dell’hub della Stazione Notarbartolo. A ciò si aggiunge l’inizio dei controlli geologici per la linea B, la quale coinvolgerà nelle prossime settimane diverse strade dell’ottava Ciroscrizione, nonchè lo sblocco dei primi fondi necessari a pagare l’anticipo per i lavori. Circa 37,5 milioni di euro autorizzati dalla Giunta con un apposita variazione di bilancio.

Un progetto al quale ieri il sindaco ha aggiunto un ulteriore tassello. “Abbiamo consegnato il cantiere e la progettazione esecutiva per la realizzazione della linea C. Tratta che abbiamo anticipato rispetto alle altre e che sarà quella che consentirà di saldare i due sistemi che risultano ancora disconnessi. Fino alla concorrenza delle risorse disponibili, passeremmo alla linea B, alla prima parte della linea A e poi, con il finanziamento ulteriore che dovrebbe arrivare dal MIT, le restanti linee già previste”. Inoltre, il sindaco ha parlato anche della programmazione dei parcheggi d’interscambio, sia in periferia che nel centro città. “Faremo conto su risorse da 55 milioni di euro inserite per il progetto tram, mentre ulteriori finanziamenti saranno reperiti tramite project financing”.

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