Franco Miceli, candidato sindaco di Palermo dell’area di centrosinistra, si è riunito questa mattina con i rappresentanti delle forze politiche della coalizione progressista che sostengono la sua candidatura a sindaco di Palermo.
Si è deciso di rendere stabile una cabina di regia con tutte le liste della coalizione per condurre la campagna elettorale in modo da esaltare la coesione e la coerenza delle proposte programmatiche dello schieramento progressista. “Il candidato sindaco Franco Miceli e tutte le forze della coalizione – si legge in una nota – sfideranno il fronte avversario sui problemi della città e sui programmi per assicurare sviluppo e progresso per la nostra città. È su questo terreno che sarà chiaro a tutti i cittadini e le cittadine chi pensa a costruire un futuro per Palermo e chi invece punta solo a conquistare e a dividersi i posti di potere al Comune”.
Non mancano le critiche al centrodestra dopo la scelta di convergere sulla candidatura di Roberto Lagalla. Nel corso della discussione si è sottolineato “il carattere estremamente disomogeneo del fronte che sostiene la candidatura dell’ex assessore di Musumeci, politicamente schiacciato sulla estrema destra e privo di una proposta programmatica unitaria per affrontare tutti i problemi della città”.
Al via affrontando le emergenze della città: rifiuti, sepolture e manutenzione di spazi pubblici per costruire una nuova città che oggi può essere paragonata a un architetto “che ha a che fare con il decostruttivismo”. Sorride rispondendo alla domanda Franco Miceli, fino a qualche giorno fa presidente dell’Ordine nazionale degli Architetti e tornato in Sicilia a rappresentare lo schieramento progressista per la corsa a sindaco di Palermo, a capo di una coalizione formata da Pd-M5s-Sinistra Ecologista e movimenti civici. Una missione illustrata nel corso di una intervista all’Agenzia Italpress. “Il programma dei cento giorni lo abbiamo definito e dobbiamo iniziare ad affrontare alcune emergenze di questa città, a partire dal tema dei rifiuti che riguarda la qualità della vita della città, ma anche la situazione dei cimiteri che è assolutamente incresciosa. E poi sono necessari anche interventi in tema di manutenzione straordinaria della viabilità e di altri spazi pubblici”.
Tutto questo, evidenzia, a fronte di un bilancio sotto osservazione e in dissesto e con la procedura di emergenza già attivata per permettere l’aiuto del governo nazionale. Palermo soffre non tanto per i debiti accumulati (come altre città come Napoli) quanto per la scarsa capacità di riscuotere i tributi. “Bisognerà attivarsi per riuscire a risanare le casse del Comune – dice Miceli – in questo momento in situazione di disavanzo ma non per una situazione debitoria ma perchè il Comune ha difficoltà a introitare i tributi. Circa il 45% dei cittadini non paga i tributi. Abbiamo proposto un patto per Palermo e la città fa parte di quelle amministrazioni per cui è previsto l’intervento dello Stato per aiutare i comuni in difficoltà. Solo che i parametri di riferimento sono quelli legati al debito, ma questo non va bene per Palermo. Pensiamo di ricontrattare con il governo nazionale un nuovo accordo per affrontare questo specifico problema”.
“Sarà formata da uomini e soprattutto donne con competenze e conoscenza della realtà di governo e capacità di governo. Sarà una squadra nuova”. “Sono stato chiamato da una coalizione di forze chiedendo di essere candidato alla carica di primo cittadino di Palermo. Ho chiesto la massima autonomia e indipendenza che non vuol dire non condividere le scelte, discuterò con tutti ma voglio che sia io a determinare le scelte che si fanno per la città. Questa – dice ancora – è una premessa indispensabile per consentire a me e alla coalizione di portare avanti un programma per la città di Palermo”. “Palermo oggi è come un architetto che si occupa di decostruttivismo – chiude Miceli -. Bisogna cambiare anche questa tendenza…”.