La Commissione Tributaria Sicilia, Sezione 14 ha stabilito che i canoni di concessione riscossi dall’Autorità portuale di Palermo, oggi Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia Occidentale, non sono tassabili.
L’Agenzia delle Entrate nel il solo 2007 aveva chiesto 2 milioni e 200 mila euro per il pagamento dell’Ires, Irap e Iva. I giudici di appello, presieduti da Fabrizio Amalfi hanno confermato il giudizio di primo grado e hanno accolto la tesi dell’Autorità portuale, difesa dall’avvocato Angelo Cuva.
In base alla sentenza le Autorità Portuali – quali enti pubblici non economici ad ordinamento autonomo – in relazione al rilascio delle concessioni demaniali marittime e alla conseguente riscossione dei relativi canoni svolgono una funzione meramente statale.
Per questa ragione i canoni demaniali, costituendo lo strumento di finanziamento dell’attività di gestione e manutenzione dei beni portuali, che le Autorità portuali esercitano per conto dello Stato, non sono suscettibili di essere assoggettati all’Ires né quali redditi di impresa né tanto meno quali redditi fondiari.
Pertanto illegittimo risulta l’accertamento originario con il quale era stato richiesto il pagamento della complessiva somma di 2 milioni e 200 euro. La Commissione ha ritenuto solamente non deducibili costi per ammortamenti ed acquisti per circa 4.000 euro.