Domani, martedì 7 marzo, la commissione regionale Antimafia, presieduta da Antonello Cracolici, sarà alla prefettura di Palermo per incontrare il prefetto, Maria Teresa Cucinotta, e il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
Il report sullo stato della criminalità organizzata in Sicilia
L’incontro segue quello tenuto dalla commissione nel Ragusano, ad Acate, con l’obiettivo di fare un report sullo stato della criminalità organizzata nelle province siciliane.
Gli incontri della commissione
La riunione si terrà a partire dalle 9 all’interno della Prefettura di Palermo. La commissione incontrerà il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, il comandante provinciale dei Carabinieri, Giuseppe De Liso, il comandante provinciale della guardia di Finanza, Domenico Napoletano, e il capo centro della Direzione investigativa antimafia di Palermo, Alessandro Mucci.
L’incontro con i sindaci del Palermitano
Alle 11, l’incontro con il procuratore generale presso la corte di Appello di Palermo, Lia Sava, e con il procuratore capo, Maurizio De Lucia. A seguire, la commissione ascolterà i sindaci del Palermitano su questioni relative alla presenza della criminalità mafiosa nel territorio.
Alle 12 è prevista una pausa dei lavori durante la quale il presidente Antonello Cracolici e i componenti della commissione potranno incontrare la stampa.
Protocollo d’intesa sulla legalità con la Cesi
“Stiamo lavorando a un protocollo di intesa con la Conferenza episcopale siciliana per costruire una rete solida e capillare di antimafia sociale in grado di resistere a ogni condizionamento mafioso”. Lo ha detto qualche giorno fa Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia, nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Inblu, che segue a un incontro avvenuto nei giorni scorsi con monsignor Antonino Raspanti, presidente della Cesi e vescovo di Acireale.
Le parole di Cracolici
“Chiusa la parentesi della mafia stragista e sanguinaria che ora sta in carcere, dobbiamo puntare a realizzare la libertà dei nostri territori – ha aggiunto Cracolici – lavorando insieme alle agenzie educative a una sorta di ‘caritas della legalità’. Il fatto che i mafiosi si chiamino uomini d’onore è un ossimoro, eppure ciò ha creato un certo consenso nella società, prestato non solo per paura, ma per il convincimento culturale che con la mafia si dovesse convivere. Oggi i tempi sono maturi per dire che gli uomini del disonore sono criminali e come tali vanno isolati dalle nostre comunità.
Per questo, occorre rinforzare le agenzie educative del territorio e promuovere una democrazia della conoscenza che combatta anche le forme più subdole e pericolose della ‘borghesia mafiosa’, come l’ha definita il procuratore capo di Palermo. Ringrazio la Cesi, presieduta da monsignor Antonino Raspanti, per l’adesione a un protocollo di intesa che veda la chiesa protagonista, con le sue diocesi, nel definire un tessuto sociale forte contro la mafia”.
(nella foto, di repertorio, un momento dell’incontro ad Acate)
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