Il quarantesimo anniversario dell’uccisione di Lia Pipitone e la commemorazione della morte di Rosanna Lisa Siciliano. Questi i due “ricordi”, le due storie di femminicidio al centro dell’iniziativa tenuta in via Ammiraglio Rizzo, angolo via Fileti. Due donne accomunate dal desiderio di libertà e ribellione verso una cultura patriarcale ancora oggi molto presente.
L’evento
L’evento, organizzato dall’associazione “millecolori onlus”, ha visto la partecipazione di diversi attori: dalle istituzioni rappresentate dal presidente dell’VIII circoscrizione del Comune di Palermo, Marcello Longo, ai diversi consiglieri, assessori e forze dell’ordine fino ad arrivare alla presenza di diverse scuole di ogni ordine e grado. In occasione del 40esimo anniversario dell’omicidio di Lia Pipitone, è stata installata una panchina rossa e piantati due alberi di “Jacarda Mimosifolia”: “oltre al generico segno di rinascita, questi alberi sono il simbolo di nettezza delle proprie scelte nel saper distinguere i valori positivi da quelli negativi” -dichiara Mari Albanese- presidente della Commissione Cultura.
Alla manifestazione hanno aderito anche diversi istituti tra cui il Ninni Cassarà di Palermo e una scuola del Comune di Rho della provincia di Milano. Quest’ultima manderà in scena con la sua compagnia una rappresentazione teatrale il cui ricavato verrà devoluto ad associazioni benefiche.
Lia Pipitone, la figlia ribelle del boss
Lia era una giovane “donna anticonformista” -descritta cosi dai familiari- che a soli 25 anni venne uccisa per essersi ribellata alla cultura mafiosa alla quale apparteneva in quanto figlia di Antonino Pipitone, boss del quartiere popolare Acquasanta. La giovane fu freddata il 23 Settembre 1983 all’interno di una sanitaria dell’Arenella; improvvisamente due uomini entrarono nel tentativo di rapinare la cassa e le spararono. Quella però non è stata una rapina reale ma il tentativo, poi effettivamente concluso, di uccidere la giovane.
“Tutt’oggi a 40 anni dalla scomparsa di mamma la magistratura fa fatica a riconoscerla come vittima di mafia; nonostante tutto abbiamo la piena consapevolezza anche da un punto di vista legale che proprio suo padre è stato un elemento determinante per la scelta della scomparsa di Lia” -afferma Alessio Cordaro figlio di Lia Pipitone-.
Rosanna Lisa Siciliano, altra vittima di femminicidio
Rosanna Lisa Siciliano è un’altra vittima di femminicidio. E’ stata uccisa il 7 febbraio 2012 dal marito carabiniere, in un alloggio di servizio della caserma “Le falde” dell’arma dei carabinieri, caserma situata nei pressi di via Ammiraglio Rizzo.
“Mia sorella chiedeva aiuto e non veniva ascoltata. Io credo che mia sorella stesse in caserma, nonostante fosse separata, perché proprio lì si sentiva al sicuro. Lei più volte raccontava che suo marito aveva avuto dei comportamenti persecutori. La caserma le dava la sensazione di protezione e invece, nel suo caso, non è stato così”. -dichiara Manuela Siciliano– sorella della vittima.
Palermo e la cultura della non violenza
Palermo mostra di essere in prima fila contro la violenza e la discriminazione di genere. All’evento infatti erano presenti tantissimi studenti, sia bambini che adolescenti, simbolo di una società che ha voglia di ripartire dalle giovani risorse.
La manifestazione è nata, oltre che per ricordare le vittime, anche per sensibilizzare studenti e studentesse verso il rispetto e la libertà. “queste due donne avevano un forte radicamento con questa zona della città ed esprimevano la stessa esigenza: la libertà. “Oggi ne dobbiamo fare memoria per essere utili alla nostra società futura” -come affermato dagli intervenuti-.
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