Un gruppo di palermitani contesta le scelte della giunta Orlando, inserite nel Piano di mobilità sostenibile appena approvato che prevede la realizzazione di altre corsie per il tram. “Sospensione subito e confronto” è la richiesta inoltrata a Palazzo delle Aquile. L’amministrazione comunale però non vuole sentir parlare di modifiche o stop al provvedimento.
“È evidente che il documento altro non è che la riproposizione degli argomenti già contenuti nel ricorso contro il tram – risponde l’assessore alla Mobilità Giusto Catania -. Argomenti privi di qualsiasi argomentazione reale se non il tentativo di impedire di realizzare un’opera che finalmente permetterà di collegare le periferie, tutte le periferie al centro cittadino e che permetterà di dare una vera alternativa al mezzo privato, per il bene della salute di tutti noi”.
Il gruppo di cittadini si è riunito nel “Comitato per Palermo”. Al neonato gruppo aderiscono imprenditori, professionisti, commercianti e comitati civici e, precisa, non ha “alcuna pregiudiziale ideologica” contro le nuove linee del tram. Il comitato esprime , invece, il proprio dissenso circa le modalità stesse con cui il Pums è stato preparato, in maniera “tardiva e carente di spiegazioni”, quale “ultimo atto, purtroppo prevedibile, di un percorso di programmazione unilaterale da parte dell’amministrazione, che non prevede un confronto reale sulla mobilità con la società civile, e che non tiene conto delle esigenze tecniche e di sostenibilità economica della città”.
I firmatari del documento si chiedono anche “quanto sia utile il tram, non come strumento connettivo fra le periferie e il centro, ma come mezzo di trasporto prioritario nei quartieri centrali e centralissimi della città, dove altri e infinitamente meno costosi mezzi sono in grado di assicurare velocità di percorrenza ed efficienza di gran lunga migliori”. L’assessore Catania non si apre a confronti, anzi, contrattacca. “Mi complimento per questi super tecnici – afferma Catania – ,che in meno di 48 ore hanno letto le oltre 600 pagine e tabelle del Piano della mobilità ed hanno pure trovato il tempo di redigere un presunto documento tecnico di controdeduzioni”.
Ma il comitato replica piccato. “Le nostre non sono affatto controdeduzioni sulle 600 pagine che l’assessore si è ben guardato dal rendere pubbliche, ma riflessioni a lui ben note durate mesi e anni. E, esse sì, partecipate”.