Con un jet privato diretto in Spagna, dove vive con la moglie, ha lasciato la Sicilia il capitano James Cutfield, comandante del superyacht Bayesian, affondato al largo di Porticello, nel Palermitano, lunedì 19 agosto. Pur essendo stato iscritto nel registro degli indagati, non aveva l’obbligo di rimanere in Italia.
Intanto, proseguono le indagini. Dopo il comandante James Cutfield, la Procura di Termini Imerese ha emesso avvisi di garanzia nei confronti dell’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e del marinaio Matthew Griffiths. Le ipotesi di reato per tutti sono di naufragio colposo e omicidio plurimo colposo.
Sono tante le domande che al momento devono trovare risposta, dalla possibile apertura dei portelloni al lancio tardivo del razzo di segnalazione fino alla decisione di lasciare il Bayesian in rada nonostante il meteo avverso. Un altro nodo da sciogliere riguarda i tempi di recupero del relitto, che non si preannunciano brevi per una serie di motivi organizzativi e burocratici. La preoccupazione maggiore deriva dal serbatoio, che pur essendo rimasto intatto dopo il naufragio contiene circa 18 mila litri di carburante: l’eventuale fuoriuscita rappresenterebbe un disastro per il mare di Porticello, dunque prima del recupero vero e proprio si dovrà procedere con la messa in sicurezza del serbatoio.
“Potremo sapere cosa è accaduto realmente solo quando il Bayesian sarà tirato a secco, ma che ci sia stato un errore umano, con la sottovalutazione delle condizioni meteo, mi sembra certo”. Così in un’intervista a Il Messaggero Alexej Paladino Florio che nel 2019, quando era manager alle Bahamas della Dream Yacht Charter, una delle più grandi società al mondo che noleggia catamarani di lusso, aveva salvato 30 catamarani e gli equipaggi dall’uragano Dorian. “La verità è che tutti sapevano che sarebbe arrivata una perturbazione sin dal pomeriggio e normalmente in barca ci si prepara – ha spiegato -. La notte non la vedi arrivare, ma è un evento prevedibile”.