Passa da reato a illecito amministrativo la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis, ma solo per i soggetti autorizzati a farlo a fini terapeutici: fuori da questa cornice, coltivare cannabis resta reato. Come annunciato, non rientra nel testo la depenalizzazione dell’immigrazione clandestina: sarà trattata in un testo ad hoc.
Chi sarà trovato, la prima volta, alla guida senza patente o con patente non in regola eviterà il processo penale e pagherà una sanzione tra i 5mila e i 30mila euro: la ‘multa’ diventa quindi più salata di quella attuale, che va da 2.257 a 9.032 euro.
Inoltre scatterà comunque la confisca del veicolo e in caso di recidiva resta la sanzione penale.
Dunque dalla cannabis per uso medico – non rischia più ricadute penali chi, autorizzato alla coltivazione per fini terapeutici o di ricerca, viola le prescrizioni – alla guida senza patente, ma non nel caso di recidiva e se si e’ causato un incidente.
Il decreto depenalizzazioni varato oggi dal Governo abroga una serie di reati finora puniti solo con la multa o l’ammenda (per nessuno di quelli ricompresi nella riforma era previsto il carcere), tra cui anche l’ingiuria, i casi ‘lievi’ di contrabbando di tabacchi, la falsità in scrittura privata e quella in foglio firmato in bianco, l’appropriazione di cose smarrite o quella di parti comuni da parte di un comproprietario.
La sanzione penale viene sostituita da una sanzione pecuniaria civile e la persona offesa potrà sempre ricorrere al giudice civile per ottenere un risarcimento danni.
Restano esclusi dal provvedimento – oltre al reato di immigrazione clandestina che finirà in un intervento organico, come annunciato dal Guardasigilli Andrea Orlando, sul tema migranti – altre fattispecie in materia di ambiente, territorio e paesaggio, alimenti e bevande, salute e sicurezza sul lavoro, sicurezza pubblica, giochi d’azzardo e scommesse, armi ed esplosivi, finanziamento ai partiti, proprieta’ intellettuale e industriale.
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