Colpo di spugna all’autonomia fiscale della Sicilia prevista dallo Statuto Siciliano anche se mai realmente applicata. Via libera al contestato accordo Stato – Regione che porta 500 milioni di euro nelle casse della Sicilia nel 2016 ma pone le basi per la modifica stabile dello statuto in tema di entrate tributarie e permette la rinuncia ai contenziosi davanti alla Corte Costituzionale.
Nel pomeriggio la Commissione Paritetica Stato-Regione, organismo di attuazione dei Patti fra istituzioni istituito proprio in base alle norme dello Statuto siciliano, ha approvato il patto del 20 maggio scorso che modifica il sistema di conteggio dei redditi fiscali spettanti alla Sicilia.
Di fatto si tratta del primo passo per legittimare la modifica dello Statuto ma, al tempo stesso, della legittimazione anche dei provvedimenti che la regione sta assumendo da mesi in rispetto proprio di quel patto.
Con la modifica dello Statuto viene introdotto espressamente il richiamo al gettito fiscale “maturato” nel territorio regionale e non meramente “riscosso”. La paritetica fa proprie, per la prima volta, le indicazioni contenute nella sentenza della Corte costituzionale n. 207 del 2014, nella quale la stessa Corte ha affermato che “l’articolo 2 del D.P.R. 1074/65 va inteso nel senso che deve essere assicurato alla Regione il gettito derivante dalla capacità fiscale che si manifesta nel suo territorio, e cioè dai rapporti tributari che sono in esso radicati, in ragione della residenza fiscale del soggetto produttore del reddito colpito o della collocazione nell’ambito regionale del fatto cui si collega il sorgere dell’obbligazione tributaria. Ciò che rileva, quindi, è che venga assicurato che alla Regione giunga il gettito corrispondente alla sua capacità fiscale“.
Di fatto se da un lato si garantisce certezza di risorse, dall’altro la Regione cede una porzione importante della propria autonomia fiscale delegando allo stato la capacità di calcolo, riscossione e trasferimento recedendosi quasi ad Ente locale.
in base triennale il gettito fiscale della Sicilia viene calcolato in 4 miliardi 441 milioni per il 2016; 5 miliardi e 341 milioni per il 2017; 5 miliardi 626 milioni per il 2018. Cifre che, ad eccezione dell’anno in corso, dovranno essere confermate dai dati di andamento dell’economia e della produzione.
unica certezza, dunque, il trasferimento dei circa 550 milioni di euro aggiuntivi nel 2016 che dovrebbero diventare 1 miliardo e 400 milioni nel 2017 e 1 miliardo e 685 milioni nel 2018.
Il testo determinato dalla Commissione Paritetica verrà ora trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sottoporlo al Consiglio dei Ministri. la complessa procedura prevede il visto e l’emanazione di un decreto legislativo necessario per far quadrare i conti del bilancio di previsione 2017.
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