La notizia era già nell’aria, ora è ufficiale: Colapesce e Dimartino annunciano la loro separazione. Come ha spiegato a Vanity Fair l’artista siracusano, la decisione è stata presa di comune accordo: “Abbiamo bisogno di una pausa, anche per riflettere su come sviluppare le prossime canzoni – continua – avremmo potuto continuare a riproporre il successo di Musica leggerissima ma non è una strada che ci interessa. Vogliamo anche tornare a vivere: dal 2021 a oggi non ci siamo mai fermati”.
I nuovi progetti di Colapesce
Colapesce ha poi condiviso dettagli sul suo nuovo progetto, la colonna sonora del film “Iddu – L’ultimo padrino”, che narra la storia di Matteo Messina Denaro, interpretato da Elio Germano e Toni Servillo. “Mi sono innamorato di questa sceneggiature. Il film non crea miti. E’ una commedia con elementi tragici e affronta le possibili connivenze tra lo Stato e la popolazione. Messina Denaro è stato latitante per trent’anni, sempre in Sicilia. Come è possibile che nessuno sia riuscito a trovarlo prima? – ha concluso Colapesce -.
“La mafia si normalizza quando non si ha accesso all’istruzione”
Colapesce ha poi espresso la sua avversione per la glorificazione della mafia, un tema che aveva già affrontato nel 2015 con il brano “Maledetti italiani”. “Da siciliano, cresciuto tra gli anni Ottanta e Novanta, ho vissuto in prima persona le conseguenze della mafia – ha spiegato – la mafia si normalizza quando non si ha accesso all’istruzione e alla cultura.
Questa nuova avventura rappresenta un importante traguardo personale per Colapesce, che viene da un background musicale indie, dove il successo era spesso solo un sogno. “Il successo è un incidente” ha ricordato Gino Paoli in una sua intervista, e Colapesce condivide questa visione. “Oggi il mio sogno è lo stesso di sempre: vivere di musica. Se i concerti non andassero come sperato, continuerei a suonare con piacere”.
Colapesce e Dimartino nel segno di Troisi, “smontiamo i cliché sulla Sicilia”
Rottura dei cliché sulla Sicilia sul solco tracciato da Massimo Troisi, l’attore e registra napoletano di cui, nei giorni scorsi, si è celebrato il settantesimo compleanno. Colapesce e Dimartino, nel corso della conferenza di stamane nella sede dell’Area Marina protetta del Plemmirio, a Siracusa, hanno sostenuto che c’è qualcosa di Troisi nel loro primo film, “La primavera della mia vita”, per la regia di Zavvo Nicolosi, in proiezione nella multisala Eplanet Vasquez. I due cantautori sono i protagonisti e gli autori della colonna sonora e con il regista hanno firmato anche il soggetto la sceneggiatura, in questo caso assieme a Michele Astori.
“Raccontiamo un’altra Sicilia”, dice Colapesce
“Troisi è stato tra i primi a smontare – ha detto Colapesce – certi cliché, tra cui quelli su Napoli. Il nostro lavoro va anche su quel solco: in merito ai racconti cinematografici sulla Sicilia il tema dominante è la mafia ma nella lista dei cliché va inserito il degrado per non parlare della Sicilia raffigurata come una cartolina, l’esempio è nella serie tv The White Lotus. L’idea era di raccontare una Sicilia diversa, insomma una terza via, anche se terza via suona male, sembra calendiana (spiega ridendo Colapesce ndr).
“Su di noi all’inizio dei pregiudizi” spiega Dimartino
“C’è un pregiudizio sul fatto che due musicisti – ha detto Dimartino – abbiano realizzato un film ma una volta visto si comprende bene che non si tratta né di un musical né di un carosello. E’ un film compiuto, sceneggiato e diretto da un vero regista, per quanto ci riguarda abbiamo studiato tanto per rendere la recitazione credibile”.
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