Erano andati sotto la sede istituzionale del Comune di Palermo, ovvero a Palazzo Palagonia, per incontrare il sindaco o eventualmente qualcuno degli assessori della Giunta. Ma ad attenderli c’era solo un cancello chiuso. Protestano ancora una volta i lavoratori del Coime. I dipendenti edili di Palazzo delle Aquile sono scesi nuovamente in piazza per contestare il regime contributivo a cui sono sottoposte le loro buste paga e le relative pensioni. Una mobilitazione partita a febbraio con il sit-in davanti alla sede dell’INPS in via Laurana e proseguita, qualche settimana fa, con la protesta sotto gli uffici di via Garibaldi.

Lavoratori non ricevuti a Palazzo Palagonia

A partecipare alla manifestazione circa una cinquantina di operai, guidati dalle organizzazioni sindacali. Alla vista dei giornalisti, i lavoratori del Coime hanno mostrato una lettera scritta dal sindaco Roberto Lagalla, il quale informava della sua mancata presenza, in quanto impegnato in “una missione fuori sede per motivi istituzionali. Pertanto si comunica che si è dato incaricato – ha aggiunto il primo cittadino – all’assessore Tamajo e all’assessore Falzone di assicurare la loro presenza per il 12 giugno presso la sede del Coime per il richiesto incontro al quale lo scrivente – sottolinea Lagalla – cercherà di assicurare la propria presenza”. Una data molto avanti nel tempo. Esigenza dettata dai contingenti appuntamenti elettorali. “Si è certi che verrà compresa la circostanza che l’approsimarsi delle elezioni Europee rappresenta per l’Amministrazione Comunale, in termini organizzativi e logistici, un severo impegno che induce a differire la data del prossimo incontro“.

Le domande dei lavoratori Coime

Un mancato incontro digerito non proprio bene dai dipendenti del Coime presenti. Alcuni lavoratori non hanno mancato di manifestare il proprio dissenso, anche con toni veementi. “Siete dei burattini – grida un lavoratore del Coime -. Vorrei rivolgermi al sindaco. Lei la guarda la busta paga a fine mese? Noi lavoratori e i pensionati ancora aspettiamo di ricevere quanto dovuto”.  Tutto sta nel trattamento contributivo fra quota A e quota B. “Noi da dieci versiamo 100 euro in più per rientrare. Vorrei capire come è possibile che, dopo aver dato questi soldi, non siamo rientrati nella fascia di merito più alta“. La manifestazione è proseguita fino a metà pomeriggio. Poi il corteo si è sciolto.

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