Cocaina, hashish e mafia. Nell’ambito dell’indagine del Ros che ha portato ai domiciliari Giuseppe Guttadauro e all’arresto del figlio Mario Carlo, i Carabinieri hanno ricostruito anche un nuovo traffico internazionale di droga che ‘il dottore’ stava organizzando per la famiglia di Brancaccio
Il quadro indiziario ha evidenziato come Giuseppe Guttadauro fosse pure intervenuto per regolare l’attività di traffico di stupefacenti condotta da un pregiudicato bagherese ed i rapporti di quest’ultimo con i vertici pro-tempore della famiglia mafiosa di Bagheria.
Giuseppe Guttadauro, inoltre, avrebbe progettato un traffico di stupefacenti con l’estero, finanziato dai palermitani. L’idea era complessa e articolata e coinvolgeva Albania, Brasile e Olanda attraverso canali dedicati al passaggio della droga e a quello dei soldi destinati al pagamento.
La droga doveva arrivare da vari canali. L’hashish dall’est, la cocaina dal Sud America. Il progetto prevedeva, avvalendosi di un soggetto albanese di reperire hashish e prevedendo, contestualmente, un canale per l’approvvigionamento di cocaina dal Sud America che poteva arrivare sempre attraverso l’Albania o per altre vie passando per l’Olanda
In questo progetto, avrebbe avuto un ruolo anche un assistente di volo, che avrebbe dovuto trasportare 300 mila euro in Brasile nel momento in cui il carico di droga dal Sud America fosse arrivato in Olanda.
Guttadauro era, però, preoccupato dalle nuove generazioni di mafia e dalla loro affidabilità. Le intercettazioni hanno inoltre rivelato le aspre critiche mosse dal “dottore” proprio alle nuove generazioni di mafiosi, innescate dalla notizia della collaborazione con la Giustizia di Francesco Colletti e la preoccupazione per le dichiarazioni di Filippo Bisconti, nonché l’esigenza, rappresentata apertamente al figlio, di “evolversi” pur rimanendo ancorati ai principi di Cosa nostra. Una evoluzione che pur guardando al mondo dei colletti bianchi, però, non tralasciava i tradizionali affari dell’organizzazione.