Lo chef Mario Di Ferro aveva contro anche il figlio quando è emersa già la prima inchiesta sullo spaccio di cocaina ai vip. “Sei un coglione, ti definisci intelligente, furbo e poi fai cose così stupide…” gli dice il figlio al telefono. E’ uno dei passaggi dell’ordinanza da cui è scaturito il secondo arresto ai domiciliari per lo chef. Una prima volta venne arrestato e poi liberato rimanendo ovviamente indagato. Appena tornato a casa ha parlato con il figlio e ha cercato di discolparsi. Di Ferro, molto noto per la sua professione di chef gourmet, al figlio dice di aver fatto una stupidata. L’aver spacciato droga lo ha definito “un favore” ad una non meglio precisata persona. Ma il figlio non lo perdona per quel che ha fatto.
“Tu non devi parlare – dice il figlio al telefono al padre -, io ti sto dicendo che ‘ste cose lo sai quanto mi fanno schifo. E solo tu sei così coglione da poter fare un favore a della gente ancora più di merda di non so che cosa. Perché ovviamente i politici sono la merda per eccellenza… e sei un coglione!”.
L’inchiesta sarebbe nata mesi fa e nasce da un’indagine di mafia ancora top secret. E’ allora che la squadra mobile palermitana comincia a tenere d’occhio Mario Di Ferro, 57 anni, una vita nella ristorazione. Un nome noto nella Palermo che conta e che frequenta il locale Villa Zito. Tra i suoi clienti alcuni sono ancora da identificare. E poi figurano, come riporta l’Ansa, l’ex presidente dell’Ars ed ex senatore Gianfranco Miccichè,personaggi dello spettacolo e della Palermo bene in generale e Giancarlo Migliorisi, ex componente dello staff dell’attuale presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Nessuno di loro è indagato.
Già ieri Miccichè ha esternato la sua amarezza per le notizie emerse sul suo conto. Dicendo che ha fatto degli errori in passato ma adesso non avrebbe acquistato droga. “Prima di potere dire qualcosa – ha dichiarato all’Ansa – devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato. Ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga. Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno. Non ho mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono”.