Appaiono striscioni in alcune scuole di Palermo, firmati dal Coordinamento Studenti Palermitani, che invitano a scendere in piazza il 23 settembre mattina in occasione dello sciopero globale per il clima ma anche contro l’alternanza scuola-lavoro che nell’ultimo anno ha già fatto tre morti. L’ultimo in Veneto. L’appuntamento è alle 9 davanti il Teatro Massimo.
“Vostri i profitti. Nostri i morti”. “Per Lorenzo, Giuliano e Giuseppe. Lottiamo per un presente più giusto”. “Basta sfruttamento della terra e del lavoro”. Sono queste alcune delle frasi apparse stamattina dopo che venerdì scorso, in un’azienda del veneziano è morto Giuliano, diciottenne studente di un istituto tecnico di Portogruaro. Il giovane stava svolgendo uno stage per acquisire crediti scolastici, mentre una lastra di metallo, cadendo, gli ha schiacciato gli arti inferiori procurandogli ferite mortali. È il terzo ragazzo, in meno di un anno, a morire durante lo svolgimento di uno stage.
Già lo scorso anno la reazione degli studenti alla morte del loro coetaneo era stata decisa: occupazione e manifestazione avevano coinvolto di molte città, tra cui Palermo, registrando anche tensioni e scontri con le forze dell’ordine in città come Torino. La morte di Giuliano arriva poco prima dell’inizio del nuovo anno scolastico e gli studenti di Palermo si stanno già organizzando per tornare a manifestare.
“L’alternanza scuola-lavoro – spiega Giorgio Caruso, rappresentante d’istituto del liceo Scientifico Albert Einstein. -rappresenta un modello lavorativo, o per meglio dire di sfruttamento, che è funzionale al mantenimento di questo sistema ingiusto e mortifero. La devastazione e depredazione del capitalismo, passano attraverso l’insegnamento di uno specifico tipo di lavoro, insegnamento al quale dobbiamo sottrarci se vogliamo lottare per una reale giustizia climatica. Abbiamo l’urgenza, imposta dalla crisi climatica, di uscire dal paradigma del profitto e della produttività sfrenata ad ogni costo, perché si è dimostrato un modello sociale insostenibile ai fini di una vita dignitosa su questo Pianeta. La scuola, in questo senso, deve smetterla di riprodurre nozioni e soggettività che non si pongono in contrasto alla nocività di questo sistema”.
“I responsabili che hanno provocato la morte di Giuliano, e degli altri studenti prima di lui – continua Nicoletta Sanfratello rappresentante del Liceo Classico Umberto I – sono gli stessi che perpetrano il tipo di società e di lavoro che ci stanno portando verso il collasso eco-climatico. Va estirpato questo sistema di valori marcio, dalle sue fondamenta, a partire dai luoghi in cui si formano i giovani. Il 23/09 scendiamo in piazza la mattina in occasione dello Sciopero Mondiale per il Clima per riaffermare ancora una volta che non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale. La nostra è una lotta per la vita”.