Il Sindaco di Godrano Daniele Bellini, in spirito di fraterna concordia, interpretando i sentimenti della intera comunità godranese, propone, a suo nome e di tutta la Giunta, il Conferimento della Cittadinanza Onoraria a Fratel Biagio Conte all’intero Consiglio Comunale di Godrano.
Sabato 9 gennaio alle ore 11,00 è fissata nell’aula Consiliare del Comune di Godrano in via Roccaforte 22 la convocazione del Consiglio Comunale per discutere questa prestigiosa onorificenza da assegnare al missionario laico. Saranno presenti oltre l’intera Amministrazione Comunale, il Comandante della Stazione dei Carabinieri e il Parroco di Godrano.
In questa occasione, dopo la votazione, il Sindaco, a nome di tutta la comunità, regalerà, a Fratel Biagio una chiave, simbolo di questa profonda unione tra il Comune di Godrano e il missionario.
Fratel Biagio, fondatore della Missione Speranza e Carità, ha un forte legame con Godrano.
Sta nascendo infatti nel paese in provincia di Palermo, in contrada Portella di Pero, che si trova nella Riserva Naturale del bosco di Ficuzza, un centro di spiritualità in ricordo di Padre Pino Puglisi. La Missione Speranza e Carità ha avuto in concessione dal demanio forestale l’area; Fratel Biagio Conte che da oltre due mesi alloggia in un casolare a Portella di Pero, ha seguito e promosso tutte le opere, alternando le sue giornate tra preghiera e lavoro.
“In questo luogo, dove Padre Pino Puglisi sostava quando portava i ragazzi a fare esperienza di vita nel creato nei boschi di Ficuzza- spiega Fratel Biagio – ho sentito che doveva nascere uno spazio di spiritualità, per vivere momenti di intensa preghiera. In questi giorni abbiamo lavorato velocemente per mettere quanti più segni della vita di Cristo, in modo che i giovani, i gruppi di preghiera, possano trascorrere periodi intensi per rigenerarsi nelle braccia della natura e della fede“.
Tante le opere che si stanno realizzando, grazie all’aiuto degli operai della forestale, dei volontari di Godrano, di vari paesi e di tanti benefattori. Già sono stati recuperati la stalla e il tetto del casolare che erano in rovina e a cui si accede da un ingresso molto basso (come è realizzato nella natività di Betlemme); all’interno tre statue in resina, in dimensione naturale, raffiguranti la Sacra Famiglia.
Nel pagliaio invece è stata ricreata l’ultima cena; il tavolo e le sedie per gli apostoli e Gesù sono stati ricavati da tronchi di alberi caduti e rimodellati. Con dei massi, del luogo, si sta realizzando il Santo Sepolcro, dove fu posto il corpo di Gesù e con una grande pietra trovata in loco si è realizzato l’altare e le sedute per il sacerdote e per i due ministranti.
Domina in alto una croce in legno, raggiungibile frontalmente da una scalinata e lateralmente da due passaggi inclinati pavimentati con pietra piatta, per permettere l’accesso anche ai diversamente abili. Tutt’attorno alla Santa Croce, sono stati piantati vari olivi per riprodurre il luogo dove Gesù pregò prima di essere crocifisso, mentre nel resto dell’area sono stati piantati circa 30 alberelli di varie specie, per riprodurre la vita in campagna di Gesù. Del resto, Cristo ha vissuto buona parte della sua esistenza in aperta campagna, insieme a contadini e pastori.
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