Palermo

Città turistiche prese in giro e abbandonate dal governo

“Se non è una presa in giro, poco ci manca. Dopo la battaglia condotta dai Sindaci delle città turistiche a cominciare da Palermo, Firenze, Roma, Napoli e Milano, il Governo nazionale si era impegnato a garantire subito un fondo da 100 milioni per compensare i mancati introiti dell’imposta di soggiorno. Somme già di per sé inadeguate, ma che davano almeno il segno di una parziale attenzione. Apprendiamo ora però che il Governo ha cambiato idea ed ha subordinato il trasferimento dei contributi ad una complicata procedura di approvazioni, consultazioni, decretazione ed altro”.

Lo denuncia il sindaco di Palermo e Presidente Anci Sicilia Leoluca Orlando che continua “Insomma, tanto per cambiare mentre a Roma si discute, le tante Sagunto del nostro Paese soccombono sotto logiche ragionieristiche e dilatorie inaccettabili”.

“Già 100 milioni coprono solo una minima parte delle perdite dell’imposta di soggiorno; se poi dovranno arrivare quando i Comuni saranno andati in bancarotta, vuol dire che c’è una logica perversa nell’agire del Governo.Ci aspettiamo dal Presidente Conte un significativo cambio di rotta e che da lui direttamente vengano un immediato intervento per rimuovere ulteriori ostacoli a questo finanziamento rivolto alle città turistiche”.

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Il nuovo allarme fa il paio con quello lanciato ieri sempre da Orlando  “La ripresa non può avvenire e non ci sarà se si baserà sulla mortificazione dei sindaci e dei Comuni. Col dovuto rispetto per il ruolo e per i lavoratori di Alitalia, non è ammissibile che lo Stato stanzi per la compagnia più soldi che per tutti i Comuni messi insieme” aveva già affermato il primo cittadino di Palermo.

“Tutti i Comuni, da Milano a Palermo, falliranno, nessuno si illuda! Mentre l’Europa sembra finalmente abbandonare le sue logiche ragionieristiche, le stesse permangono a livello nazionale, imponendo lacci e lacciuoli alle possibilità e alle modalità di spesa dei Comuni. Non si può mortificare l’Europa che ha saggiamente rinunciato al Patto di stabilità, mantenendo a livello nazionale tutti i vincoli del Patto stesso”.

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