Da ieri sera circa cinquanta precari del Cnr, ricercatori e personale tecnico- amministrativo, occupano la sede palermitana dell’istituto di ricerca, in via Ugo La Malfa.
L’iniziativa è nell’ambito della protesta nazionale dei precari Cnr che chiedono che nella legge di bilancio dello Stato venga stanziato un finanziamento ad hoc per le stabilizzazioni.
I lavoratori precari presso il Consiglio nazionale delle ricerche sono 2.637 in tutta l’Italia, un centinaio di questi nelle sedi della Sicilia occidentale. “ Attualmente- dice Annalisa Pinsino, ricercatrice a Palermo, precaria da una quindicina d’anni- i nostri stipendi vengono pagati con i fondi dei bandi di ricerca. Chiediamo oggi che lo Stato si faccia carico delle stabilizzazioni predisponendo un finanziamento ordinario adeguato e mettendo fine a situazioni di precariato che vanno avanti da troppo tempo”.
“I ricercatori del Cnr chiedono un’attenzione verso la ricerca che nel nostro Paese non c’è. Il loro lavoro continua a essere ritenuto come secondario, non c’è alcun riconoscimento del valore della loro ricerca. Anche a Palermo ci sono ricercatori precari da 15 e da 12 anni che si trovano nella paradossale situazione di essere stabilizzati come precari e mai con la dignità di lavoratori effettivi”. A dichiararlo è il segretario Flc Cgil Palermo Franca Giannola, che questa mattina ha portato la solidarietà del sindacato ai 66 precari palermitani del Cnr da ieri sera in assemblea permanente, assieme al personale tecnico amministrativo, nella sede territoriale di via La Malfa.
La protesta, in corso in tutta Italia, è mirata a a chiedere un finanziamento nella legge di bilancio che garantisca la stabilizzazione per tutti, nessuno escluso. Si tratta di precari in bilico a ogni scadenza di contratto, che a Palermo sono impegnati nei settori della medicina biologia, chimica, ingegneria, informatica, statistica, matematica e scienze della comunicazione. “L’assemblea permanente durerà fino a quando non arrivano le risposte che i ricercatori aspettano. Il clima, nell’attesa degli emendamenti alla legge di bilancio, è surriscaldato – aggiunge Franca Giannola – perché non c’è alcuna certezza del risultato. I numeri emersi dalla bozza di bilancio sono insufficienti. Finora non sembra esserci la volontà politica di finanziare adeguatamente la stabilizzazione del Cnr. Per questo la preoccupazione che non ci sia la volontà politica di finanziare adeguatamente il processo di stabilizzazione è alta”.
Nella mozione votata a livello nazionale dall’assemblea del personale, con il supporto di Flc Cgil e Fir Cisl, che hanno confermato lo stato di agitazione del personale, si chiede al presidente del Cnr di adoperarsi assieme al Cda per fornire il massimo supporto alle richieste del personale presso il governo e il Parlamento.