Trapelano indiscrezioni in seguito all’autopsia effettuata ieri pomeriggio all’istituto di medicina legale del policlinico di Palermo “Paolo Giaccone” sul corpo di Angelo Giammanco, l’operaio edile di 67 anni, nato a Cinisi e residente a Terrasini, morto lo scorso 27 agosto durante i lavori di ristrutturazione in una palazzina in via Venuti nella cittadina cinisense. Secondo una sommaria ispezione cadaverica, eseguita dai medici Stefania Zerbo e Vanessa Milazzo, pare che l’uomo non abbia avuto alcun malore come invece inizialmente era stato paventato da qualcuno. Non sembrerebbero essere emersi elementi che facciano pensare ad un disturbo accusato dalla vittima. In questo modo si avvalora l’ipotesi che Giammanco possa essere caduto a causa delle cattive condizioni dell’impalcatura montata sull’abitazione di via Venuti. Ovviamente dovranno essere effettuate una serie di analisi, per avere certezza bisognerà attendere il deposito della perizia entro i prossimi 60 giorni.
Le indagini affidate ai carabinieri
Il 67enne è caduto dall’impalcatura ed è morto sul colpo. I carabinieri della compagnia di Carini stanno eseguendo le indagini. Presente all’autopsia anche gli avvocati dei familiari di Giammanco, Aldo Ruffino, Paolo Grillo e Gaspare Sassano, e il loro medico di parte Manfredi Rubino. Sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte dell’operaio Gabriele Finazzo, rappresentanza legale della ditta che stava eseguendo i lavori e Antonino Lupo, proprietario dell’immobile che ha commissionato le opere di ristrutturazione. Angelo Giammanco aveva già compiuto 67 anni e aveva presentato domanda di pensione.
L’indignazione dei sindacati
“La cosa grave – aveva dichiarato nei giorni scorsi Pietro Ceraulo, segretario generale della Fillea Cgil di Palermo – è che la vittima avendo compiuto i 67 anni a luglio scorso, sarebbe stato prossimo alla così tanto agognata pensione”.
Episodio che riporta a galla le solite polemiche
Questo tragico evento finisce per riportare a galla le solite questioni legate al lavoro, all’anzianità, all’età pensionabile, alle varie questioni contrattuali e ai controlli. “Non si può continuare a lavorare in edilizia a 67 anni – prosegue Ceraulo -, occorre immediatamente una riforma pensionistica che miri ad una fuoriuscita anticipata dal mondo del lavoro per gli edili. Dopo la legge Fornero non è stato fatto alcun passo in avanti in merito a questo tema”. Inoltre, con l’aumento dei cantieri edili in considerazione dei nuovi bonus introdotti dal governo, secondo il sindacato vi è un’accelerazione del settore che se non accompagnata da politiche volte alla sicurezza e formazione dei lavoratori finirà per causare altri analoghi episodi.
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