“Secondo la denuncia di una mamma, all’ospedale dei Bambini di Palermo manca la carta igienica, le lenzuola vengono cambiate saltuariamente, non ci sono i bicchierini per le urine, sparisce l’olio per l’insalata all’ora del pasto.
Secondo l’assessore regionale della Salute e a cascata anche per la direzione aziendale dell’Arnas Civico di Palermo, è tutta colpa della dottoressa Desiree Farinella, direttore medico del presidio ospedaliero Di Cristina”.
Lo dichiara il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore. In una nota inviata dalla direzione aziendale alla dottoressa Desiree Farinella, che viene informata di essere stata di fatto destituita dall’incarico, si legge che “il principale motivo della supposta mancanza di qualità nell’assistenza fornita è derivato dall’inefficace comunicazione nei confronti della mamma del bambino ricoverato presso il reparto di Nefrologia Pediatrica e i disservizi verificati risultano presumibilmente da un deficit di coordinamento tra la direzione medica di presidio e quella dell’unita operativa di Nefrologia”.
Quindi si suppone una mancanza di qualità nell’assistenza – evidenzia Bonsignore – si presume un deficit di coordinamento ma si ha la certezza del colpevole. Non fa una piega. A parte la carenza di motivazioni e l’illogicità del ragionamento – aggiunge Bonsignore – l’atto notificato alla dottoressa Farinella appare illegittimo in quanto la normativa contrattuale vigente prevede che la revoca dell’incarico possa avvenire solo a seguito di una valutazione negativa o da parte dell’organismo indipendente di valutazione (OIV) o per il venir meno dei requisiti. Altro motivo – continua Bonsignore – è quello previsto dalle legge che indica nel mancato rispetto delle direttive aziendali, nel mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali, nella responsabilità grave e reiterata, i motivi per la revoca dell’incarico”.
“Nel caso di specie – sottolinea il dirigente sindacale – non si è in presenza di alcuno dei motivi previsti dalla normativa di fonte contrattuale o legislativa e quindi la decisione di revocare l’incarico alla dottoressa Farinella è del tutto illegittima a potrebbe essere fonte di risarcimento di danno d’immagine da parte della stessa azienda”. “Piuttosto che impegnarsi a trovare il classico capro espiatorio della vicenda – tuona Bonsignore – l’Assessorato regionale della Salute e l’Azienda Arnas Civico di Palermo, avrebbero dovuto scusarsi con la mamma del bambino e adoperarsi in ogni modo per migliorare tutte le procedure amministrative e assistenziali e fornire un’assistenza sanitaria decorosa”. “La Segreteria Regionale Cimo – conclude Bonsignore – protesta energicamente contro questa inaccettabile caccia alla streghe e chiede alla Direzione Aziendale un ripensamento immediato sulla decisone assunta, esprimendo nel contempo incondizionata solidarietà alla collega Desiree Farinella, esposta a pubblico ludibrio solo per coprire le tante inefficienze altrui”.